Mentre il governo è ancora in fibrillazione per venire incontro alle richieste dell’Europa, un altro fronte di scontro si apre, stavolta tutto italiano. La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, si scaglia come un toro contro l’impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri del piano casa regionale, uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale. La protesta è resa ancora più clamorosa dalle dimissioni dei dieci assessori regionali del Pdl, che hanno formalmente rimesso le loro deleghe nelle mani della presidente. In una conferenza stampa dai toni molto tesi ed agguerriti, gli assessori ed i consiglieri regionali di maggioranza, assieme ad una governatrice sul piede di guerra, hanno lanciato l’ultimatum al governo centrale.
Come al solito, il primo a finire sul banco degli imputati è stato proprio il premier Silvio Berlusconi, che si è beccato pesanti critiche dalla Polverini, rimproverandogli in particolare le promesse fatte insieme prima delle elezioni: “Dal palco di piazza San Giovanni ci fece fare il giuramento anche sul piano casa”.
Insomma un governo definito ancora “ostile nei confronti della Regione e che su tante questioni abbiamo trovato distratto”, con la governatrice che denuncia anche di essere sempre in attesa dei fondi Fas, ben 797 milioni di euro, di cui 202 sbloccati a luglio ed altri 350 milioni per il Piano di rientro sanitario. Un attacco frontale senza precedenti, che di sicuro darà adito a polemiche: “Siamo stati sbeffeggiati per i dieci comandamenti di Berlusconi. In quell’occasione ero convinta che sotto la forma ci fosse della sostanza. Alcuni di quei comandamenti noi li abbiamo rispettati, il governo di fatto li ha bloccati” afferma una Polverini estremamente amareggiata. Il risultato, per ora, è che la Regione Lazio è preparata ad andare in giudizio di fronte alla Corte costituzionale sul piano casa, benchè i margini di mediazione non siano ancora spariti del tutto. La governatrice annuncia nelle prossime ore un incontro con il segretario del Pdl, Angelino Alfano: “Oggi lo dico a voi e domani ad Alfano: se loro insieme a me e a tutti coloro che corrono per questa regione vogliono cambiarla, noi ci siamo, se bisogna mantenere ciò che abbiamo trovato, io non ci sto“.
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La scintilla che ha dato fuoco alle polveri è stato proprio il paradossale esito del Consiglio dei Ministri straordinario, convocato 2 giorni fa per dare urgenti risposte all’Europa, e che secondo la governatrice ha avuto come risultato, alle 9 di sera, il solo provvedimento che impugnava il piano casa del Lazio. Ma la Polverini è ormai pronta al peggio, ed annuncia che anche se il governo cadesse: “Noi andremo avanti come abbiamo fatto fino ad oggi perché non mi pare di aver ricevuto così tanta spinta dall’esecutivo”.