Si inasprisce lo scontro tra i soci italiani di Edison, riuniti in Delmi, e i francesi di Edf, dopo la contro-proposta di questi ultimi, considerata nettamente al ribasso, rispetto alle previsioni fatte nel mese di marzo, che avrebbero esitato un accordo ben più dignitoso per gli azionisti industriali e bancari del Belpaese.
Edf ha, infatti, proposto di acquisire tutte le azioni Delmi in Edison a un prezzo non precisato, che risulterà essere pari all’Ebitda di Edison, moltiplicato per un numero, sulla base della performance di altre aziende di utility comparabili. Quanto alla parte industriale dell’accordo, è stata proposta la cessione del 100% di Edens, in cambio di un rilevamento del 20% di A2A e del 10% di Iren, azionisti di Delmi.
In cambio, i francesi chiedono di essere esentati dall’obbligo di lanciare un’Opa, come previsto dal Regolamento Consob. Tuttavia, nelle scorse ore, sono stati gli stessi transalpini ad affermare che tale esenzioni non può essere esclusa con certezza al momento, perchè bisogna che prima si individui un accordo concreto, sulla cui base si può fare richiesta all’autorità di controllo.
E ieri, l’ennesima forzatura di Edf, che ha acquisito dagli svizzeri di Alpiq il 20% di Edipower, una controllata al 50% di Edison e per il cui controllo puntano anche i soci di Delmi. Uno smacco, che ha tutto il gusto di una sfida, che metta gli italiani con le spalle al muro.
E A2A, che pure ha il 51% del pacchetto Delmi, non pare essere in una posizione di forza, dato che trapela un certo interesse degli azionisti minori ad accettare la proposta Edf, che sarebbe per loro forse migliore di una qualsiasi altra intesa.