I corpi di Muhammar Gheddafi, del figlio Mutassim e dell’ex capo delle forze armate sono stati spostati dal macello di Misurata, dove sono stati tenuti per giorni in esposizione macabra, a una cella frigorifera di una località segreta. A breve, essi dovrebbero essere condotti in una zona segreta del deserto per essere seppelliti, lontano dal clamore di questi giorni e da un possibile pellegrinaggio di nostalgici del rais. I funerali non potranno essere celebrati con rito religioso, secondo l’ultima fatwa del nuovo mufti al-Gharyan.
Nel documento, l’autorità religiosa ha chiarito che il colonnello da tempo sarebbe stato fuori dalla comunità religiosa per le sue dichiarazioni anti-sunnite per cui il complesso dei testi sacri oltre al Corano (Sunna) sarebbe dovuto essere cancellato. E’ fatto divieto, si legge, di pregare per lui, se non con la sola eccezione per i suoi familiari. Sia da monito agli altri governanti, si legge ancora.
In verità, più che una dissertazione religiosa, al momento ci sarebbe il tentativo di prendere le distanze dal vecchio regime, al fine di incrementare la propria popolarità tra i libici. Strano, infatti, che nessuna “scomunica” religiosa sia avvenuta sotto il regime stesso. Ad ogni modo, si apprende che il figlio Saif sarebbe in fuga nel deserto, munito di passaporto falso, per potere attraversare la frontiera.
E il quotidiano francese Paris-Match riporta che ad agosto, quando erano in corso da mesi i bombardamenti Nato contro obiettivi militari libici, Gheddafi avrebbe scritto al premier italiano Berlusconi, appellandolo come “amico”, per esprimergli l’amarezza del suo intervento militare in Libia, nonchè per chiedergli di farsi tramite nel fermare gli attacchi.
Ma il dopo-Gheddafi sembra tutt’altro che orientarsi al meglio, dopo le dichiarazioni di due giorni da del Cnt, il governo provvisorio libico, secondo cui sarà introdotta a breve la Sharia, la legge islamica, e qualsiasi norma ad essa contraria è da intendersi abolita. Sebbene il primo ministro Jibril minimizza e parla di un sentimento islamico moderato in Libia, sono molti all’estero a temere una deriva islamista, che potrebbe destabilizzare l’area anzichè stabilizzarla.
Riprendono così corpo le voci che volevano i ribelli essere fiancheggiati da frange di Al Qaida contro il regime dell’ex colonnello. E’ ancora presto per dire se ciò fosse vero o se la svolta islamista sia un fatto autonomo, tuttavia non può non preoccupare una dichiarazione come quella del Cnt.