E’ in arrivo prima di mercoledì, molto probabilmente, il famoso Decreto per lo sviluppo, che dovrà essere varato dal Consiglio dei ministri e di cui si parla da settimane. Esso dovrà contenere le misure di sostegno alla crescita, per consentire all’Italia di accelerare il passo e soddisfare anche le richieste di Bruxelles, impensierita non tanto dal processo di risanamento, quanto della capacità del nostro Paese di avere una crescita più robusta del pil.
Il pacchetto, secondo le indiscrezioni dello stesso premier Berlusconi, dovrebbe prevedere liberalizzazioni, che farebbero respirare il mercato, privatizzazioni di asset pubblici, che potrebbero fare scendere il livello di debito sin da subito e altre misure di sostegno alle famiglie e alle imprese, che però richiederebbero risorse.
Per questo, quale che sia il tipo di intervento, servono soldi. E si parla ancora una volta di riforma delle pensioni, che con una spesa oltre il 15% del pil rappresenta un capitolo importante su cui agire. Questa volta, il premier sembrerebbe intenzionato di andare fino in fondo, prevedendo una riforma più incisiva e strutturale, specialmente sul tema delle pensioni di anzianità.
E’ già stato annunciato che si andrà in pensione a 67 anni, ma questo di fatto accade per il trattamento di vecchiaia per gli uomini, per effetto combinato tra la finestra di uscita dal lavoro e dall’adeguamento costante alla vita media. Pertanto, sono due, in verità, le voci su cui si potrebbe intervenire: l’anticipo al 2012 delle misure di adeguamento dell’eta pensionabile delle donne del settore privato all’età degli uomini, ossia l’innalzamento graduale della loro età pensionabile a 65 anni; aumento delle soglie minime di età anagrafica e anni di contributi per le pensioni di anzianità (a luglio si vociferava il raggiungimento entro il 2014-2015 di quota 100).
C’è l’immediato stop della Lega, che non avrebbe intenzione di riaprire il tema spinosissimo delle pensioni. Staremo a vedere cosa accadrà e da dove potrebbero altrimenti derivare le risorse necessarie a finanziare la crescita.