Benzinai sul piede di guerra contro il Governo. La minaccia è quella di 15 giorni di chiusura in tre mesi sulla viabilità ordinaria e autostradale. La prima tranche di chiusura sarebbe prevista dall’8 al 10 di novembre, per poi ripetersi altri 12 giorni nel giro di 3 mesi. Ad annunciare la serie di scioperi sono FAIB (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) e Fegica (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini) che hanno pubblicato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella quale vengono spiegati i perché di tale decisione.
Nel mirino delle due associazioni la mancata liberalizzazione del settore e la cancellazione del bonus che riconosceva il ruolo di sostituto d’imposta ricoperto dalla categoria, che “non solo non è stato confermato in via strutturale – si legge nella lettera – ma è stato incomprensibilmente escluso a partire dall’anno finanziario 2012”. Inoltre, continua la lettera “invece di adottare il progetto di legge di riforma “Libera la benzina!” (depositato in Parlamento da oltre 100 tra Senatori e Deputati di tutti i gruppi parlamentari, promosso da Cisl, Confesercenti, associazioni dei consumatori, associazioni degli autotrasportatori, dei tassisti e di altri operatori della mobilità, sottoscritto da oltre 600.000 cittadini), il Governo ha ritenuto di dover emanare un Decreto, poi convertito in Legge (l.111/11), che, così come era stato largamente previsto, ha sortito il solo effetto di difendere e favorire gli interessi di petrolieri e retisti privati, mentre i prezzi dei carburanti ed il numero dei punti vendita continuano a lievitare.”
Di qui la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria e 15 giorni di chiusura dei punti vendita, entro i prossimi tre mesi, secondo un calendario in via di formazione. La decisione, si legge in una nota della FAIB “fa seguito alla costatazione della più assoluta inerzia del Governo stesso, inadempiente rispetto agli impegni ripetutamente assunti nei confronti della Categoria, mettendo a rischio di fallimento circa 25.000 piccole imprese ed i 140.000 posti di lavoro degli addetti occupati”.
“Ove il Governo – conclude la comunicazione destinata al presidente Berlusconi – decidesse di non adottare almeno uno dei due provvedimenti sopra richiamati – dando finalmente adeguato seguito agli impegni precedentemente assunti – gli impianti di rifornimento carburanti della rete italiana si asterranno dalla propria attività i giorni 8, 9 e 10 novembre prossimi, realizzando in questo modo i primi tre giorni di chiusura dei 15 annunciati.”