Melancholia – Recensione

Come vi comportereste se foste consapevoli che la vostra fine è vicina, a causa di uno strano pianeta blu chiamato “Melancholia” che sta per abbattersi sulla Terra, seminando morte e distruzione? Accettereste con noncurante rassegnazione ciò che il fato ha scelto per voi, o provereste ad affidarvi a qualcuno o a qualcosa di soprannaturale che possa preservarvi dall’immane catastrofe, prima che sia troppo tardi? Se esiste un Dio, forse la preghiera è l’unica speranza rimasta, un miracolo che possa scongiurare l’impatto e impedire l’estinzione di qualsiasi forma di vita esistente in natura. E se tutto questo non dovesse bastare, quale potrebbe essere la soluzione? Restare accanto a chi si ama fino al momento fatidico…

Il danese Lars Von Trier, lo sappiamo, non è un regista come tutti gli altri. Cineasta controverso, autore di pellicole cinematografiche come “Antichrist“, “Dogville“, “Dancer in the Dark” e “Le onde del destino“, rifacendosi a ciò che dovrebbe accaderci il 21 dicembre 2012, ma cercando comunque di distaccarsene almeno per quanto concerne l’elemento preso come esempio di devastazione, narra la storia di due sorelle, Justine (Kirsten Dunst), giovane donna prossima alle nozze, dal carattere problematico e tendente ad una depressione cronica, e Claire (Charlotte Gainsbourg) più matura e dedita alla famiglia, essendo amorevole moglie e madre. Sono loro le assolute protagoniste di “Melancholia“, colonne portanti che seppur in modi diversi, affronteranno con dignità l’imminente Apocalisse.

I restanti personaggi sono rispettivamente interpretati da Kiefer Sutherland, nella parte di John, marito di Claire, Charlotte Rampling nel ruolo di Gaby, madre di Justine e Claire, e Alexander Skarsgard in quello di Michael, il novello sposo di Justine. Gli elementi più interessanti e significativi del film li possiamo trovare nel prologo in slow-motion, offerto dalla preziosa fotografia di Michael Alberto Caro con le immagini suggestive del cataclisma in arrivo che coinvolge a mano a mano tutti i personaggi principali, e l’accompagnamento musicale del “Preludio di Tristano e Isotta” di Richard Wagner. A seguire, dal punto di vista stilistico visivo è da notare la somiglianza impressionante di Justine con “l’Ofelia” del pittore Dante Gabriel Rossetti, per la stessa posizione in cui si colloca la ragazza, cullata dalle placide acque del fiume in cui è immersa, riproposta con convinzione anche nella locandina dell’opera stessa.

In “Melancholia” non c’è via di scampo, tutto è costruito sull’attesa della conclusione e sulla malattia psicologica di una ragazza, che nel periodo di maggiore impatto emotivo perché vicino alla morte, saprà reagire con sicura e tranquilla accettazione, dimostrando tutto quel coraggio che la sorella maggiore non ha, perché spaventata di dover perdere ciò che ha costruito, e disperata per essere costretta ad abbandonare la vita alla quale è affezionata tanto. “Melancholia” è distribuito da BIM Distribuzione.

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