Attualmente è difficile pensare ad una riduzione delle tasse a carico delle imprese visto che l’Italia ha bisogno di far quadrare i conti per mantenere il suo posto in Europa. Di conseguenza, almeno servirebbe che, a favore delle piccole e medie imprese, venisse reso agevole l’accesso al credito a fronte di una maggiore semplificazione, che fa rima con meno burocrazia.
E’ questa, in estrema sintesi, la posizione del Presidente di Unioncamere a commento sui dati Movimprese del terzo trimestre del 2011, da cui è emerso un saldo delle imprese attivo a fronte però di difficoltà che non mancano nel mondo imprenditoriale. Le PMI più in difficoltà sono quelle piccole, con poche dipendenti, ed in prevalenza quelle del settore artigiano.
Nel dettaglio, alla fine del terzo trimestre del 2011 in Italia lo stock di imprese si è attestato poco sopra i 6,1 milioni, ovverosia sui valori record dell’anno 2007. Quindi, nonostante tutto, l’impresa “tira” al punto che numericamente siamo ai livelli antecedenti allo scoppio della crisi finanziaria ed economica.
In ogni caso non è tutto oro quello che luccica visto che una quota, riteniamo non trascurabile, di nuove micro e piccole imprese è nata in questi ultimi mesi da parte di giovani che, dopo aver cercato invano un posto di lavoro con contratto di lavoro subordinato, hanno da un lato gettato la spugna, e dall’altro hanno puntato su se stessi mettendosi in proprio. Insomma, in Italia di questi tempi si diventa imprenditori spesso per scelta, ma altrettanto spesso anche per necessità.