Incompatibile carica sindaco con parlamentare, ecco cosa accade

La sentenza di ieri della Corte Costituzionale, che dichiara difforme dalla Carta Costituzionale la legge 15 febbraio 1953, n.60, nella parte in cui non prevede l’incompatibilità tra la carica di sindaco di un comune superiore a 20 mila abitanti e quella di parlamentare, avrà certamente un effetto dirompente nella vita politica italiana, perchè metterebbe fine al diffuso malcostume tra i politici di cumulare carica su carica, finendo per fare male ogni cosa e creando situazioni di estremo personalismo, specie in ambito locale. Trattasi di una sentenza additiva, nel senso che aggiunge un divieto che non esisteva fino a ieri per legge.

Certo, è ancora molto poco, se si pensa che nulla è stato deciso contro le doppie cariche tra consigliere o presidente provinciale e parlamentare. Ma la sentenza di ieri è stata il frutto di un ricorso di un cittadino catanese contro il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, eletto nel giugno 2008 alla carica di primo cittadino etneo, due mesi dopo essere stato eletto senatore per il PDL.

Non sarà immediato capire quale possa essere l’effetto d’impatto della sentenza. E’ evidente che non ci potrà più essere il doppio incarico, ma adesso verranno convocate le Giunte delle elezioni di Camera e Senato per decidere quale procedura seguire. Si pensa di assegnare a ciascuno dei dieci incompatibili il tempo di dieci giorni, durante il quale dovranno scegliere per l’una o l’altra carica. In mancanza di comunicazione, si vocifera, l’eletto andrebbe assegnato alla carica più recente. E sarebbero dieci, tutti di PDL e Lega, i parlamentari che tra la Camera e il Senato dovranno fare eventualmente le valigie. Il sindaco di Catania, il senatore Stancanelli, ha annunciato che se dovrà scegliere, opterà di gran lunga per restare primo cittadino e non più parlamentare.

Il segretario del PDL, Angelino Alfano, appresa la notizia della sentenza, ha affermato che per lui non dovrebbe esistere il doppio o triplo incarico, perchè ciascuna persona è fatta per una cosa e non per fare tante cose. Insomma, nella maggioranza non ci sarebbero preoccupazioni, anche perchè la legge elettorale vigente non crea vuoti di seggio, ma farà scorrere il listino, per la gioia di quanti si erano collocati subito dopo gli ultimi eletti. Ma ci chiediamo se c’era proprio bisogno di una sentenza della Consulta per capire che bisognava scegliere tra le cariche.

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