Alla fine, in meno di due settimane, detto e fatto. L’istituto di credito franco-belga Dexia, alle prese con una gravissima crisi di liquidità, sarà smembrata, secondo quanto ha stabilito il cda dello scorso mercoledì sera, seguendo le indicazioni dei governi di Parigi e Bruxelles, impegnati in prima persona per salvare il salvabile con soldi pubblici.
Sul fronte belga, confermata la cessione della Dexia Banque Belgique alla Société Fédérale de Participations et d’Investissement, una società pubblica controllata dal governo, per la cifra di 4 miliardi.
Sul versante francese, invece, la Dexia Municipal Agency sarà ceduta a una società mista, composta da Banque Postale e Caisse de Dépots, per la quota rispettiva del 65% e del 5%. Si tratta del business, che riguarda il finanziamento degli enti locali francesi. E sempre restando in tema di finanziamenti agli enti locali, la loro distribuzione e il loro sviluppo avverrà anche tramite una joint venture con una società mista, a capitale del 65% di Banque Postale e del 35% di Caisse de Dépots.
Ciò che resta di Dexia saranno le controllate Crediop (italiana), la spagnola Dexia Sabadell e la tedesca Pfandbriefe, oltre a Dexia Municipal Agency.
L’istituto ha dovuto subire lo smembramento a causa della situazione di forte illiquidità, conseguente a un’afasia tra le scadenze temporali dei depositi accumulati e gli investimenti effettuati. Pur avendo superato brillantemente lo stress test di luglio, che ne evidenziava la buona situazione patrimoniale e di solvibilità, non si è stati in grado di percepire lo stato di forte illiquidità della banca. Un esempio di come i test realizzati in Europa possano essere poco indicativi dell’effettivo stato di salute di un istituto di credito.
Malgrado il salvataggio a carico dello stato, il debito del Belgio si è visto confermato il rating AA+ da parte delle agenzie Standard & Poor’s e Fitch. Tuttavia, esse hanno avvertito che nel caso la crisi debitoria nell’Eurozona dovesse aggravarsi, il giudizio sul debito sovrano belga sarà tagliato.