Continua l’opera di rastrellamento dei carabinieri per assicurare alla giustizia i responsabili dei violenti scontri dello scorso 15 ottobre, durante la manifestazione degli Indignati a Roma. In manette, con l’accusa di tentato omicidio, saccheggio e devastazione, un giovane di 23 anni, residente ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, ma originario di Benevento. Non sono ancora state rese note le sue generalità: di lui (I.V.) si sa solo che è iscritto all’università di Chieti e che alloggia nella casa universitaria della cittadina abruzzese.
Sarebbe stato incastrato da una telefonata al suo fornitore di droga: “Hai visto che cosa ho combinato a Roma?”, si sarebbe vantato e da questa intercettazione sarebbero partiti i controlli incrociati con le immagini restituite da foto e video.
Sarebbe stato lui, secondo i Ros di Roma che lo hanno identificato in collaborazione con i carabinieri di Chieti ed Ariano Irpino, ad appiccare il fuoco presso Piazza San Giovanni al furgone blindato, colpito da pietre, spranghe e bombe molotov, nel quale ha rischiato di morire arso il carabiniere che lo guidava. Per di più sarebbe un abituè delle devastazioni: assiduo frequentatore delle manifestazioni violente in Val di Susa, era appunto in procinto di partire per il Piemonte e recarsi alla grande marcia di protesta organizzata per domani dai No Tav.
Altro appuntamento che rischia di trasformarsi in una bomba pronta ad esplodere a causa dell’infiltrazione dei soliti teppisti. Dunque massima attenzione delle forze dell’ordine per il cantiere dell’alta velocità: la Polizia starebbe ispezionando l’area in elicottero insieme al sottosegratario all’interno, Davico, e al questore di Torino. Davico avrebbe invitato i manifestanti dall’agenzia di stampa Adnkronos: ”Ai manifestanti dico: no alla violenza. Esprimete le vostre idee ma non date spazio ai teppisti. Ne sareste le prime vittime”. Intanto ieri il prefetto di Torino ha allargato la zona rossa con un’ordinanza.