Arabia, morto principe ereditario Abdul Aziz

La Corona dell’Arabia Saudita ha comunicato la notizia che il principe ereditario Sultan bin Abdul Aziz al Saud è morto ieri a New York, dove era ricoverato da tempo per malattia. Con profondo dolore, il custode delle due Sacre Moschee, dice la nota, annuncia la morte di Abdul Aziz. Classe 1928 (ma fonti occidentali ritengono che fosse del 1924), l’83enne principe e primo vice-premier era il primo successore in linea ereditaria dell’attuale sovrano Re Abdallah, di 87 anni, essendone il fratellastro, figlio di Re Abdullah Aziz e della principessa Hassa Al-Sudairi. Appena appresa la notizia, le tv arabe hanno interrotto le trasmissioni e mandato in onda la recita di alcuni versetti del Corano. Il principe ereditario era stato un grande fautore dell’amicizia tra Arabia Saudita e USA, nonchè un forte modernizzatore delle forze armate, puntando all’acquisto di ingenti quantità di armi dall’America. Nel 2004 gli venne diagnosticato un tumore al colon, che lo aveva costretto negli ultimi anni a frequenti viaggi in America per curarsi, tanto che negli ultimi mesi era stato molto tempo fuori dal Regno.

Adesso, con la sua morte, diventa successore diretto il principe Fayed, 78 anni, nonchè secondo vice-premier. E proprio la successione è la questione dirimente del regno saudita. L’età avanzatissima dei successori al trono rende molto precario gli equilibri interni nel dopo Re Abdallah, il quale a 87 anni avanzati non gode di ottima salute.

Ma prima di arrivare a successori di età più idonea a tenere il trono, bisogna scorrere lungamente la linea dinastica e ciò rappresenta anche un forte problema di vicinanza della monarchia alle volontà riformatrici di parte della popolazione. La monarchia di Riad, infatti, è retta dalla famiglia al Saud, che fa parte della dottrina wahabita, una corrente minoritaria dell’islam, che rifiuta ogni compromesso con la modernità.

Il fattore culturale, ma anche quello anagrafico del regnante in carica, non hanno permesso negli ultimi anni riforme degne di questo nome, restando Riad uno dei pochi esempi del nuovo millennio di monarchia assoluta. Lo scorso mese, il Re Abdallah aveva concesso il voto alle donne per i consigli municipali, nel tentativo di mettere a tacere alcune rivendicazioni crescenti. Ma si tratta di un diritto dagli scarsissimi effetti pratici sulla realtà quotidiana, dato l’attuale assetto istituzionale del Paese.

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