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Silvio ai suoi: PDL avanti del 4%. Alleati con UDC, voto nel 2013

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Giuseppe Timpone

E’ un premier diverso, da quello che si sente dire, nelle ultime settimane. Non c’era pessimismo nelle parole che ieri sera ha pronunciato in una riunione con i deputati alla Camera del PDL. Solo punte di amarezza per gli attacchi che è stato costretto a subire, anche da un punto di vista patrimoniale e personale. Ma sembrava tutt’altro che arreso all’idea di un declino del suo governo, come la grande stampa nazionale prevede da tempo. Anzi, ai suoi lancia un messaggio che vale più di mille incoraggiamenti. Anche in un momento così drammatico, il centro-destra sarebbe avanti di 4 punti percentuali sul centro-sinistra. Lo direbbero alcuni sondaggi in suo possesso, afferma. Certo, non sono i Dieci Comandamenti, ma sappiamo che il premier sui sondaggi ci azzecca quasi sempre e se non fosse vero il vantaggio della sua coalizione, per lo meno il dato di ieri indica che non ci sarebbe il vantaggio degli avversari, come molti pubblicano in queste settimane.

Ma un’alleanza con l’UDC va ricercata lo stesso, perchè con i centristi si vincerebbe di sicuro. Se Casini andasse a sinistra, perderebbe i due terzi dei suoi elettori, aggiunge Berlusconi. Pertanto, bisognerà ricercare le condizioni per andare nel 2013 alle urne, alleati con Casini.

2013, appunto. Non prima. Perchè il premier conferma che non vi è alcuna intenzione di andare alle elezioni anticipate e che il prossimo grosso scoglio, quello del referendum sulla legge elettorale, potrà essere superato con l’approvazione di una nuova legge che riforma quella attuale, introducendo le preferenze. Il PDL, poi aggiunge, dovrà cambiare nome, perchè non entusiasma, non convince (non si è mai capito se è maschile o femminile!). Ma promette che il nuovo partito non si chiamerà Forza Silvio e rientrerà sempre all’interno del PPE.

Infine, un invito ai suoi che partecipano ai talk show. Niente “tu” all’avversario, che dà l’idea di un teatrino, e bisogna comunicare con il corpo il proprio dissenso per quello che dice la controparte, come, ad esempio, scuotendo la testa. Regole fondamentali, per quanto possano sembrare semplici, in un momento in cui la maggioranza e il governo sembrano sotto assedio su tutti i fronti.

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Giuseppe Timpone