E’ stata una vera sorpresa la nomina di Ignazio Visco a governatore della Banca d’Italia. La notizia si è diffusa in serata, oscurata dalla vicenda della cattura e uccisione del colonnello Gheddafi, che ha monopolizzato l’informazione nella giornata di ieri. Eppure, la vicenda intorno a Via Nazionale ha del clamoroso, se è vero che fino a ieri era in pole position Lorenzo Bini Smaghi, attuale componente del board della BCE, mentre fino a due sere fa sembrava molto probabile la nomina di Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia.
Invece, sarà il vice di quest’ultimo ad occupare una delle poltrone più ambite in Italia, forse la più potente, dato che Palazzo Koch monitora il sistema bancario.
Nato nel 1949 a Napoli, Ignazio Visco (nessuna relazione di parentela con il più noto Vincenzo Visco, ex ministro delle finanze) è entrato in Bankitalia all’età di 22 anni, potendo anche completare gli studi alla Pennsylvania University, negli USA. Tornato in Italia, nel 1990 è a capo dell’importante servizio studi di Bankitalia, mentre la scarsa sintonia con il governatore Antonio Fazio lo spinge ad accettare un incarico all’Osce a Parigi.
Quando il nuovo governatore sarà Mario Draghi, il suo ruolo dentro Palazzo Koch diventa sempre più importante, prima con la nomina a direttore generale per la ricerca, poi con la vice-direzione della Banca d’Italia.
Il suo nome era nella rosa dei tre più papabili da mesi, insieme a quelli di Saccomanni e Vittorio Grilli (dg del Tesoro). Tuttavia, fino a ieri, era considerato un outsider, a causa degli equilibri politici insiti nella nomina. Ma proprio i veti incrociati tra le parti gli hanno consentito di raggiungere lo scranno più alto di Via Nazionale.