Si dice “angustiato” per la situazione che vive il paese: Giorgio Napolitano torna a scuotere la classe politica in generale e il governo in particolare, nel corso della cerimonia per la consegna delle onorificenze ai cavalieri del lavoro nominati il 2 giugno scorso. “È necessaria una straordinaria mobilitazione per liberarci da antiche insufficienze e far fronte a momenti di estrema difficoltà”, ha dichiarato il Capo dello Stato; per uscire dalla crisi che vive il paese è necessario lo sforzo di tutti, per questo Napolitano chiede “a tutte le forze sociali e politiche lungimiranza: va sventato il rischio di un fuorviante condizionamento di calcoli elettorali“.
L’Italia “è molto esposta ai venti di questa crisi” ed è molto soggetta ad “attacchi dei mercati e di una crisi di fiducia da parte anche di altri Paesi”: proprio per questo sono necessarie, secondo Napolitano, riforme strutturali per le quali servirebbe una condivisione tra le forze politiche, che purtroppo non si è verificata: “Ognuno deve fare la sua parte, soprattutto il Governo”.
Il Presidente della Repubblica ritiene che sia “giunto il momento di abbattere, gradualmente ma a ritmo sostenuto e costante, il nero del debito pubblico accumulatosi nel corso dei decenni”; una via già intrapresa con “i decreti di luglio e di agosto, adottati celermente in Parlamento in ottemperanza agli impegni assunti” con l’Europa. Proprio sugli altri paesi dell’Unione, Napolitano ritiene che sia necessario puntare “con coraggio agli interessi comuni di più lungo termine per l’unità dell’Europa, per lo sviluppo mondiale, per il futuro delle giovani generazioni”. Il Capo dello Stato torna a difendere l’euro che non può essere visto “come una camicia di forza” ma come una “cintura di protezione e un propulsore insostituibile di sviluppo competitivo per la nostra economia nazionale, in sinergia con le altre economie europee”.
Ai giovani Napolitano dedica l’ultima parte del suo intervento affermando che “la questione della disoccupazione e della frustrazione giovanile deve essere al centro delle nostre preoccupazioni. E parlo – aggiunge il Capo dello Stato – delle preoccupazioni per la coesione sociale e anche per l’equilibrio democratico e la convivenza civile”. Il Presidente fa riferimento anche agli incidenti di sabato scorso a Roma chiedendo “rigore contro inammissibili violenze” ma allo stesso tempo “attenzione alla protesta pacifica”.