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Berlusconi prosciolto su processo Mediatrade. Settimana d’oro per premier

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Giuseppe Timpone

Il giudice preliminare Maria Vicidomini ha prosciolto Silvio Berlusconi dalle accuse che lo vedevano indagato, insieme ad altri undici indagati, sul caso Mediatrade. Per il premier il processo non inizierà nemmeno, non essendo stata ravvisata alcuna responsabilità a suo carico. Per gli altri, invece, le porte del tribunale rimarranno aperte a partire da dicembre. Tra gli indagati a processo vi saranno il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, e il vice Pier Silvio Berlusconi, figlio del premier. Ma il dispositivo della sentenza è clamoroso. Berlusconi ottiene il suo ventesimo proscioglimento e mostra grande soddisfazione dinnanzi ai cronisti che lo interpellavano sul caso, pur non nascondendo l’amarezza di essere stato al centro di un’inchiesta per anni su un fatto che la sentenza di ieri ha dimostrato non stare nè in cielo, nè in terra.

La Procura lo voleva imputato per frode fiscale e distrazione di fondi aziendali in favore di conti personali, riguardo l’acquisto della Paramount, per fatti commessi tra il 2000 e il 2006, quando già non si occupava dell’azienda da tempo. Ma l’accusa retta dal pm De Pasquale ne aveva chiesto lo stesso il processo, in considerazione del fatto che egli fosse l’azionista di riferimento e per una presunta gestione “di fatto”, che ieri è stata smentita in mancanza di riscontri concreti.

Nonostante il pm abbia annunciato il ricorso in Cassazione, si chiude positivamente per il presidente del consiglio l’ennesima vicenda giudiziaria. Una settimana d’oro per il premier, che in pochi giorni ha incassato quattro vittorie su diversi fronti. Solo pochi giorni fa, nelle indagini che lo vedono imputato per il caso Lavitola-Tarantini, il pm di Bari ha espresso dubbi sulla posizione del premier e sulla consistenza delle accuse a suo carico.

Dopo pochissimi giorni, il passo falso del governo alla Camera, con la bocciatura del Rendiconto e conseguente richiesta di fiducia, si è trasformato in un boomerang per le opposizioni, PD in testa, che hanno dimostrato la loro debolezza e le divisioni interne, con la netta presa di distanza dei Radicali, persino espulsi dal gruppo di Bersani.

E ieri la notizia che il Molise resta al PDL, dopo che la sinistra aveva pensato di strappare la regione al centrodestra. Infine il caso Mediatrade, di cui sopra. Per non parlare del caso “indignati”, che ha messo in difficoltà la sinistra in seguito alle violenze nella Capitale, visto che la manifestazione era stata sostenuta in funzione anti-governativa. Ma in questo caso, più che di vittoria per il governo, si è trattato di una palese sconfitta per la democrazia italiana.

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Giuseppe Timpone