Ancora una volta è la Germania di Angela Merkel a riportare tutti con i piedi per terra. Il portavoce del cancelliere, Steffen Seibert, ha dichiarato che sono sogni quelli per cui al prossimo Consiglio UE del 23 ottobre l’Europa riuscirà a trovare una soluzione definitiva alla crisi debitoria dell’Eurozona. In un solo colpo, le parole di Seibert hanno avuto l’effetto di una grande delusione sui mercati, che pure avevano recuperato buona parte delle perdite degli ultimi mesi, quasi ininterrottamente da alcune sedute.
Le parole della Merkel fanno il paio con quelle del suo ministro delle finanze Wolfang Schaeuble, che ha invitato a non riporre molte speranze in una soluzione definitiva al prossimo vertice europeo.
In effetti, restano ancora forti le distanze tra gli stati, soprattutto in merito alle modalità di utilizzo del Fondo salva-stati, l’Efsf. I tedeschi non vogliono compromettere il loro contributo da 211 miliardi con strumenti che possano mettere a rischio l’esistenza stessa di tali risorse, come la leva finanziaria.
E in Grecia, intanto, la situazione rischia di sprofondare. Atene è nel caos, come il resto del Paese, per un’ondata di scioperi che paralizza da molte ore e continuerà a paralizzare la vita economica, lavorativa e la stessa mobilità dei greci. L’astensione dal lavoro è stata proclamata in vista dell’approvazione del nuovo ed ennesimo pacchetto di misure, messo a punto dal governo Papandreou, che prevedono ulteriori tagli, aumenti di imposte e licenziamenti pubblici.
C’è la possibilità che alcuni deputati del Pasok, il partito socialista di maggioranza, non votino il pacchetto, facendo venire meno i voti necessari per il via libera. Il premier ha avvertito che la Grecia non può diventare il capro espiatorio dell’intera Europa. Ma le cifre confermano che il deficit del 2010 è stato più alto del previsto, pari al 10,6% del pil, per un valore di oltre 24 miliardi di euro. Anche quest’anno non saranno centrati gli obiettivi di bilancio.