Il commissario europeo per la concorrenza Joaquim Almunia ha avviato un’indagine, per approfondire il piano di salvataggio messo a punto da Francia e Belgio per l’istituto di credito Dexia, che prevede, tra le altre cose, la nazionalizzazione per la parte che fa capo al Belgio. La Commissione vuole capire se il piano preveda aiuti incompatibili con il libero mercato e la concorrenza, dato che sarebbero non pochi i punti dubbi per Bruxelles.
Oltre tutto, Dexia era già stata salvata nel 2008 con fondi pubblici per 4 miliardi. L’attuale piano ha ottenuto l’ok di Bruxelles, ma a patto, ad esempio, che la nazionalizzazione dell’istituto sia solo temporanea e solo perchè ciò serve alla stabilità del sistema finanziario, dato che si tratta del secondo colosso bancario del Belgio.
Il titolo ieri ha perso in borsa il 16%, per il timore che uno dei soci, ossia gli enti locali del Belgio, possa subire forti perdite dall’operazione. I comuni belgi detengono, infatti, il 14% del capitale della Dexia.
Dexia è alle prese con un piano di salvataggio, condotto dai governi di Francia e Belgio, che prevede lo smembramento della società, per separare l’attivo patrimoniale dal monte titoli a rischio. Questi ultimi convoglieranno in una bad bank, mentre la parte attiva sarà acquisita per circa sette miliardi da una società mista tra Banque Postale e Caisse des Depots, che si occuperanno di finanziamenti agli enti locali francesi.
La Francia teme che l’operazione possa mettere a rischio la credibilità del suo rating, dato che il governo di Parigi potrebbe mettere mano al portafoglio, per finanziare di tasca propria gli enti locali, rimasti al momento in assenza dei prestiti Dexia.