Manca un mese alle prossime elezioni politiche in Spagna del 20 novembre. Tra poco più di trenta giorni, gli spagnoli saranno chiamati a scegliere chi li dovrà governare nel dopo-Zapatero, che lascia un’eredità difficile, con la più grave crisi della storia post-franchista e una disoccupazione di massa come mai, al 21% e al 44% tra i giovani. E se la data delle elezioni era stata anticipata, nella prospettiva che il trend dell’occupazione in estate avrebbe portato qualche consenso in più al partito socialista, le cose sembrano andare nella direzione esattamente opposta. Il tasso di disoccupazione risulta a fine estate addirittura in crescita e i consensi per lo Psoe è ancora più in calo. L’ultima rilevazione di un paio di giorni fa di Sygma Dos da il Partito Popolare di Mariano Rajoy al 47,6%, contro il 31,4% dei Socialisti di Zapatero. In sostanza, lo Psoe perderebbe circa 12 punti percentuali dalle scorse elezioni del 2008, mentre i Popolari ne guadagnerebbero circa otto. Un distacco nettissimo tra i due partiti, di oltre sedici punti percentuali, che consegnerebbe al solo partito di centrodestra di Rajoy la maggioranza assoluta dei seggi, 193 su 350, secondo i sondaggi.
Zapatero non si ricandida, travolto da un’ondata di impopolarità senza precedenti nella recente storia spagnola. Qualche giorno fa, alla parata delle Forze Armate a Madrid, il premier è stato duramente contestato con fischi e slogan di quanti gli gridavano “Zapatero, restituisci la Spagna”.
Al posto suo, correrà per i Socialisti Alfonso Rubalcaba, suo ministro dell’interno, privo del carisma che ebbe Zapatero negli anni scorsi sul proprio elettorato ed erede di una situazione politica e sociale così disperata da non potere aspirare alla rimonta.
In queste settimane, la prospettiva che i Popolari tornino al governo è così realistica, che si è registrato un boom di matrimoni gay, dato che sarebbero molte le coppie omosessuali a pensare che l’arrivo del centrodestra al governo possa mettere fine alla legislazione laicista dell’era Zapatero.
E in questi giorni, l’organizzazione terroristica basca dell’Eta ha annunciato lo scioglimento definitivo, dopo che a gennaio era stato proclamato un cessate il fuoco permanente. I Popolari hanno già annunciato che diserteranno la loro convention che si terrà a San Sebastian.