Bankitalia, governo nomini subito successore di Draghi

Tra due settimane, il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, lascerà Palazzo Koch, per assumere la presidenza della Banca Centrale Europea, che ha sede a Francoforte. Una nomina di prestigio, quella di Draghi, che lascerà, com’è ovvio, la presidenza della Banca d’Italia, che ricopre dalla fine del 2005 e il cui mandato sarebbe scaduto il dicembre del 2012.

Ma sul suo successore non si sono diradate le nubi del confronto politico, accesissimo all’interno della maggioranza, soprattutto nel governo. La nomina del governatore spetta al presidente del consiglio, che propone il nome all’attenzione del Capo dello Stato. Il mandato ha durata di sette anni. Quest’ultimo aspetto è stato introdotto dallo stesso Berlusconi, quando era al governo nel 2005, ai tempi in cui fu costretto alle dimissioni l’ex governatore Antonio Fazio. Prima, il mandato era a tempo indeterminato. Ironicamente, ma non tanto, si diceva che il governatore di Bankitalia fosse una carica a vita come quella del Papa.

Sul nome del successore, il premier sarebbe orientato a una scelta interna allo stesso Palazzo Koch, con la nomina del direttore generale Fabrizio Saccomanni, sostenuta con vigore anche dall’uscente Draghi. Tremonti, invece, preme per fargli succedere Vittorio Grilli, direttore generale al Tesoro, suo fedelissimo.

Lo scontro è così aspro tra premier e ministro dell’economia che non si esclude che alla fine si trovi un nome terzo. Circola l’indiscrezione di Lorenzo Bini Smaghi, attuale componente del board della BCE, che dopo l’insediamento ufficiale di Draghi il primo di novembre, dovrebbe per eleganza istituzionale dimettersi, trattandosi di due italiani nello stesso consiglio.

Altra ipotesi sarebbe quella di Ignazio Visco, vice-presidente della Banca d’Italia. Insomma, per la stessa poltrona correrebbero in almeno quattro, anche se Saccomani resta ancora il favorito della vigilia. Ma mancano pochi giorni e sarebbe serio che il governo nominasse il successore entro pochissimo tempo. La Banca d’Italia non ha più competenze di politica monetaria, non fissa i tassi o stampa moneta, ma ha il compito non meno importante e complesso, specie in questa fase, di vigilare sul sistema bancario. Per questo, non sono ammessi ritardi.

 

 

 

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