Un bilancio pesante, ancora provvisorio, per un pomeriggio di guerriglia urbana a Roma come non si vedeva da tempo: quasi un centinaio di feriti, tra cui alcune decine di manifestanti e qualche poliziotto. Doveva essere una delle tantissime manifestazioni pacifiche che stanno “animando” in questi giorni le città di tutto il mondo ed invece quella italiana sarà ricordata come la più caotica e violenta. Una marea di “indignati” era partita da piazza della Repubblica, una folla composta da movimenti ed associazioni: no Tav, Arci, studenti, vari partiti, Cobas, Fiom e tanti altri.
Proseguendo lungo via Cavour, il corteo pacifico già si accorgeva della presenza di numerosi “infiltrati”, personaggi muniti in molti casi di caschi o cappucci ed improvvisate “armi da mischia” che una volta individuati cominciavano ad attaccar briga, ed immediatamente ricevevano l’invito ad allontanarsi.
Ma ben presto i facinorosi passavano all’azione, con una violenza che alla fine produrrà la distruzione di tre auto date alle fiamme, il pestaggio di alcuni giornalisti tra cui un inviato dell’agenzia Adnkronos ed una troupe di Sky Tg24 e numerosi danni a banche e pompe di benzina. Nonostante i manifestanti inizialmente riescano a bloccare 3 violenti e consegnarli loro stessi alla polizia, a poco serviranno i tentativi di arginare la furia dei “black block”: un militante dei Cobas, 60 enne, rimane ferito mentre cercava di proteggere dai lanci di oggetti i vigili del fuoco accorsi per domare le fiamme, più grave però risulta essere un militante di Sinistra e Libertà che, insieme ad altri compagni, cercava di contrapporsi ai picchiatori, ed ora rischia di perdere l’uso della mano a causa di un petardo lanciatogli addosso. Massimo Cervellini, coordinatore romano di Sel, ha reso noto che l’aggressione ai suoi militanti si è consumata “Con ripetuti lanci di petardi e bombe carta ad altezza d’uomo, lanciati da persone incappucciate armate anche di manici di piccone”.
I momenti peggiori di quanto descritto sono stati vissuti in quello che doveva essere il punto di arrivo della manifestazione, piazza San Giovanni, ed è lì che i facinorosi sono diventati i padroni del campo fino al tardo pomeriggio, avendo in pratica sortito l’effetto di “disperdere” il corteo degli “indignados“. Si è passati quindi allo scontro aperto contro la polizia giunta sul posto, assalti a blindati e camionette con lancio di petardi, sassi e sanpietrini ed infine l’incendio di un blindato dei carabinieri, immagini forti che stanno facendo il giro del mondo per mostrare il clima che ormai si respira in Italia.
Se la condanna politica è stata sostanzialmente unanime, non sono mancate immediate strumentalizzazioni da parte della stampa berlusconiana, che ha fatto una confusione enorme (probabilmente voluta) tra gli “indignados” ed i criminali che hanno messo a ferro e fuoco la capitale, attribuendo a molti politici di centrosinistra un improbabile “pentimento” nell’aver pienamente appoggiato il movimento di protesta.
Un curioso quanto assurdo episodio ha coinvolto poi la redazione di Rainews. Il capogruppo della Commissione parlamentare di Vigilanza, Alessio Butti (di area Pdl) è insorto protestando contro la diretta della manifestazione che secondo lui non ha dato risalto agli scontri, chiedendo addirittura l’intervento dei vertici Rai contro il direttore Corradino Mineo. Secondo Butti, si sarebbe trattato di una cosa “inaccettabile che offende la storia della Rai”, si sarebbe “fatto di tutto per minimizzare e per dare la sensazione di una manifestazione pacifica… un travisamento della realtà ma soprattutto distorsione dei fatti“.
Il Cdr di Rainews 24 ha respinto immediatamente e “con sdegno l’attacco gratuito” e persino l’associazione di telespettatori cattolici Aiart ha emanato un comunicato per difendere l’operato dei giornalisti: “Sono incomprensibili le critiche a Rainews 24 sulla manifestazione di oggi. L’ emittente sta mostrando quanto sta avvenendo, con dovizia di particolari. Chi critica forse ha sbagliato canale. Rainews24 sta svolgendo un vero ruolo di servizio pubblico, ruolo che altre testate hanno dimenticato”.