È il giorno degli indignati: attese 200mila persone a Roma

Numeri mai visti primi: 951 città, 82 nazioni, milioni di persone in piazza. Il mondo s’indigna, lo fa dall’Alaska alla Tanzania, dalla Palestina all’Albania, per finire a Roma. Sarà, infatti, la capitale la meta degli Indignati italiani: almeno 200mila i manifestanti attesi per oggi alle 14 quando il corteo di muoverà da Piazza della Repubblica. Un movimento trasversale che unisce singoli cittadini e persone provenienti dalle sigle più disparate: dall’Arci al popolo viola, passando per i sindacati di base, i gruppi anarchici e i centri sociali.

Sono circa 160 le associazioni che hanno dato la loro adesione al Coordinamento 15 ottobre: una manifestazione che ha preso piede sul web e che chiama a raccolta tutti quelli che vogliono cambiare il mondo, vogliono che gli uomini siano più importanti dei profitti, perché “non siamo merce nelle mani di politici e banchieri, chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”

Questo l’ideale che accompagna le migliaia di persone che oggi si riverseranno a Roma, tra imponenti misure di sicurezza: il ministero degli Interni teme, infatti, che possano scoppiare disordini. Sono 2mila gli agenti delle forze dell’ordine che presidieranno la città, inoltre diversi vigili urbani sono stati spostati dal traffico alla sicurezza. Bonifiche sono state già effettuate in alcune zone dove transiterà il corteo, mentre dalle ore 12 chiuderanno quattro stazioni della metropolitana (Colosseo, Cavour, piazza di Spagna e Barberini). Dalle località di partenza sono stati segnalati 2mila estremisti: Maroni dichiara che le autorità sono pronte a fare la loro parte. Preoccupa l’assenza di leader riconosciuti del movimento, così come la volontà degli organizzatori di non effettuare alcun cordone di sicurezza. Il capo della Polizia Manganelli assicura massima disponibilità purché non si tentino di forzare le aree inaccessibili, come via del Plebiscito, dove abita Silvio Berlusconi, o via del Corso, in direzione del Parlamento.

Un fiume di persone, cariche di rabbia e voglia di cambiare il Paese: questo attenderà Roma questo pomeriggio. Ci saranno diversi leader politici, da Vendola a Di Pietro, da De Magistris a Bertinotti, ma non saranno ammesse bandiere di partito: l’unico simbolo che potrà sventolare sarà quello tricolore.

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