Stop alla produzione e niente più’ auto con il marchio Pininfarina. L’ultimo Pininfarina, quello di San Giorgio Canavese, chiude i battenti.
Ormai è ufficiale, Pinifarina non può’ ricorrere più agli ammortizzatori sociali e 127 lavoratori, saranno licenziati. A Pininfarina resta ora il Centro Stile e Ingegneria di Cambiano, quartiere generale del gruppo, la galleria del vento di Grugliasco, dove si fa ricerca aerodinamica e aeroacustica, le sedi in Germania, Marocco e Cina. Rimangono così a galla le attività legate allo stile, alla ricerca, alla costruzione di prototipi e di vetture speciali.
”Con la cessazione dell’attività industriale di Pininfarina – commenta Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom – si perde una potenzialita’, quella di produrre auto elettriche anche per il mercato italiano. Sono mancati la politica e il governo, non si può far decidere a finanzieri, da Bollore’ a Marchionne, perchè così si perdono i prodotti sul nostro territorio”. Airaudo ricorda che la Cecomp produce auto elettriche per il servizio di car sharing entrato in funzione a ottobre a Parigi: ”poteva esserci la stessa domanda per citta’ come Roma, Milano e anche Torino, invece si perde una produzione industriale con un marchio storico”.
Ma con la chiusura di Pininfarina se ne va anche un pezzo di storia dell’auto. Dalle fabbriche Pinnifarina sono infatti usciti modelli che rimarranno nella storia: dalla Duetto, prodotta dagli anni ’60 fino al 1993, alla Ferrari Testarossa negli anni ’80. Le ultime nate in casa Pininfarina sono del 2010: la Focus Coupe’-Cabriolet per Ford e e le Alfa Romeo Brera e Spider.