Potrebbe aprirsi un nuovo processo, questa volta giudiziario, per il direttore del Tg1 Augusto Minzolini: oltre a quello mediatico-politico al quale si sottopone ogni giorno con il suo operato, per il numero uno del Tg della rete ammiraglia di Viale Mazzini ora c’è il rischio di finire in aula di Tribunale reale. La Procura di Roma ha, infatti, chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di peculato: la vicenda risale agli oltre 60mila euro spesi con le carte di credito aziendali, senza che il direttore avesse mai ricevuto alcuna autorizzazione.
Il Procuratore aggiunto di Roma, Alberto Caperna, contesta a Minzolini di aver sostenuto con la carta di credito della Rai spese per 65mila euro in poco più di un anno: nonostante la cifra sia stata poi restituita, il magistrato romano sostiene che comunque quelle effettuate tra luglio 2009 e settembre 2010 erano spese non giustificate.
Ora toccherà al giudice per le indagini preliminari decidere se mandare a processo il direttore del Tg 1, che intanto però commenta la richiesta di rinvio a giudizio parlando di decisione attesa: “Tenendo conto come vanno le cose in questo Paese e che l’esposto da cui nasce la vicenda porta la firma dell’ex pm Antonio Di Pietro, me lo aspettavo. Io comunque sono tranquillo e ho la coscienza a posto su una vicenda che ho già chiarito con l’azienda”. Nonostante la sua tranquillità, però, non si può dire certo che sia un buon momento per Minzolini: oltre a dover fare i conti con le polemiche interne alla sua redazione (tra tutti i casi della Busi e della Ferrero), il “direttorissimo” è ora ai ferri corti con il vertice aziendale, ha contro il presidente della commissione di vigilanza Rai Sergio Zavoli ed è sostenuto soltanto da Berlusconi.
Proprio il rivale numero uno del presidente del consiglio, Gianfranco Fini, ha chiesto le dimissioni di Minzolini per “l’intollerabile faziosità del suo telegiornale”: la richiesta è arrivata dopo che il presidente della Camera ha visto i due servizi di apertura del tg delle 20 di ieri, il primo dal titolo “Fini nel mirino della maggioranza”, nel quale si riportavano le accuse della maggioranza di non essere al di sopra delle parti, e il secondo, dal titolo ‘Fini sotto accusa’, con un’intervista al vicedirettore di Libero Franco Bechis.
Contro il direttore c’è anche il Cdr del Tg1 con una nota in cui si legge che “il direttore sta schierando la nostra testata sempre su tesi di parte della maggioranza e del governo”, venendo meno “ai doveri del rispetto del pluralismo, della correttezza dell’informazione e del servizio pubblico facendo perdere credibilità e ascolti al nostro telegiornale”.