Altro schiaffo all’amministrazione Obama. Il Senato ha bocciato la legge voluta da Obama per il rilancio dell’occupazione, un pacchetto di misure da 447 miliardi di dollari. Sarebbero serviti 60 voti su 100 per il sì, ma i 46 Repubblicani hanno votato compatti e contro, mentre i Democratici si sono sfilacciati, con due senatori del Nebraska e del Montana che si sono aggregati all’opposizione e lo stesso leader Harry Reid ha trovato un escamotage tecnico per prendere le distanze dal testo presentato dalla Casa Bianca.
E almeno un paio di altri senatori Democrats hanno espresso i loro malumori, pur sostenendo la legge. Insomma, il vero problema di Obama non sarebbe tanto e solo l’opposizione scontata dei Repubblicani, specie in un clima pre-elettorale, quanto il venire meno di un fronte comune con il suo stesso partito. L’anno prossimo, infatti, saranno rieletti i due terzi dei senatori, insieme alle elezioni presidenziali, e molti tra i Democratici temono di tornare a casa, associando il loro volto a un presidente considerato impopolare.
Non aiuta certo questo clima di riscaldamento alla sfida delle prossime elezioni per intese bipartisan. I Democratici hanno accusato i Repubblicani di giocare al “tanto peggio, tanto meglio” e di essere ostaggio dei Tea Party. Al contrario, i Repubblicani accusano i rivali di avere voluto presentare un testo, pur sapendo che non avrebbe avuto chance di passare, solo per scaricare le responsabilità sugli avversari. Accusate incrociate, dunque, in cui la vittima politica è ancora una volta la Casa Bianca, con un Obama che mostra sempre più la sua debolezza e impotenza, dinnanzi alle sfide di Washington. Il presidente promette che il testo sull’occupazione sarà ripresentato, che non molla, ma non si capisce quali possibilità abbia di proseguire un iter legislativo già abortito.
Intanto, in campo Repubblicano prosegue la sfida delle primarie e ancora una volta i sondaggi hanno del clamoroso. La new entry Herman Cain, imprenditore di colore della pizza, sarebbe ora in testa con il 27% dei consensi tra gli elettori del GOP, secondo una rilevazione della Cnn, superando il favorito Mitt Romney, che si fermerebbe al 23%. L’ex favorito alla nomination Rick Perry, invece, arriverebbe solo terzo con il 16%.
Ultraconservatore e sostenitore di una politica fiscale anti-tasse, Cain raccoglie il consenso dell’ala destra del partito, quella che fa capo ai Tea Party e all’ultimo confronto di Hanover nel Darmouth College si è imposto con la sua proposta del “9-9-9”, cioè un sistema fiscale in cui salari, profitti e consumi sarebbero tutti tassati al 9%.