Il presidente della Camera Gianfranco Fini attacca Berlusconi per la nuova legge sulle intercettazioni. Per Fini la legge «non è la migliore legge per l’interesse nazionale, ma forse per l’interesse personale di qualcuno».
L’ex leader di Alleanza Nazionale è molto duro nei confronti del Premier: «non se ne può più di videomessaggi, di annunci e promesse non mantenute. Il governo non governa e Berlusconi è in tutt’altre faccende affaccendato». Riguardo alla presunta persecuzione dei magistrati nei confronti di Berlusconi, Fini ha detto: «solo quando non si hanno argomenti si grida al complotto, si danno le colpe ai magistrati e ai giornalisti». Nelle parole di Fini c’è stato lo spazio per una battuta sulla Lega di Umberto Bossi: «Quelli della Lega danno il meglio quando a Pontida si vestono da Unni e Barbari». La risposta non si è fatta attendere, data per mezzo del senatore leghista Armanno Valli: «Meglio unni e barbari che Federale rinnegato». «Noi abbiamo una storia, abbiamo un popolo che ci segue e una classe dirigente limpida, preparata e onesta, cosa che Fini e l’ectoplasma formatosi intorno a lui se la sognano. Dispiace per lui, poteva aspirare al nuovo Badoglio del terzo millennio».
Intanto un’altra voce del centro-destra si alza: è quella di Claudio Scajola, il ministro che pareva essersi rivoltato contro il Cavaliere e che invece ha delle richieste precise per andare avanti con il governo Berlusconi: governare il Paese attraverso la nascita di un governo con una nuova maggioranza, più ampia. «C’è bisogno di un governo che abbia una maggioranza parlamentare più vasta per garantire di poter uscire dalla situazione difficile in cui ci troviamo. Bisogna che il governo riesca a darsi, attraverso Berlusconi che ha salvato l’Italia nel ’94, una forte scossa e che prenda in mano la situazione difficile per allargare il consenso parlamentare. Berlusconi è stato il protagonista della politica negli ultimi vent’anni e può esserlo ancora nella nuova fase che si deve aprire», queste le parole del Ministro.
Torna ancora poi il tema del condono: «Per abbattere il nostro debito, se serve, si può mettere mano anche al condono edilizio e fiscale. Non credo che l’etica si misuri su questo ma sulla capacità di trovare risorse per la crescita», ha affermato Cicchitto. I sindaci restano però contrari, così come resta contrario Casini: «Sono contrario al condono: lo ritengo immorale e diseducativo rispetto ai cittadini che fanno il loro dovere. Peraltro, continuare a parlare di condono è un modo certo per favorire l’evasione fiscale».