Gli ultimi dati sulla disoccupazione negli USA a settembre erano molto attesi, perchè il momento è molto critico aldilà dell’Oceano. Si teme, infatti, un “double dip”, una ricaduta nella recessione del 2008-2009, con l’esaurirsi della crescita, già oggi dimezzata rispetto alla fine del 2010. E le cifre sul mercato del lavoro non sciolgono ancora il dubbio. Il tasso dei senza lavoro è ancora inchiodato al 9,1%, ma i nuovi occupati risultano essere in crescita di 103 mila unità.
Dunque, il bicchiere è mezzo vuoto, ma anche mezzo pieno. Sale il numero degli occupati, ma il tasso di disoccupazione resta inusitatamente alto per la storia americana, il cui mercato del lavoro si attesta quasi sempre intorno alla piena occupazione. E la reazione delle borse europee alla comunicazione dei dati USA nel primo pomeriggio ha dato lo sprint alle negoziazioni, con gli indici che hanno chiuso ovunque al rialzo.
Piazza Affari è stata maglia rosa, con l’Ftse Mib in rialzo dell’1,29%. Parigi e Francoforte hanno chiuso con guadagni oltre il mezzo punto percentuale. Si chiude, pertanto, una settimana abbastanza positiva per le piazze finanziarie del Vecchio Continente, che hanno anche ottenuto guadagni di oltre il 4% in una singola seduta, recuperando parte delle perdite subite nell’anno.
Al contrario, negli USA, l’indice Dow Jones ha chiuso in ribasso dello 0,18%, mentre più deciso è stato il calo del Nasdaq, dell’1,10%. A rinvigorire, infatti, l’Europa c’è sempre l’annuncio della BCE sulla messa a disposizione di liquidità illimitata per le banche dell’Eurozona, tramite asta a dodici mesi a ottobre e una a tredici mesi a dicembre.