Ieri, l’agenzia di rating internazionale Fitch, la meno famosa delle tre più importanti al mondo, ha tagliato il suo giudizio sul debito sovrano italiano, portandolo da AA- ad A+. Con questa misura, l’agenzia adegua il suo rating a quello di S&P e Moody’s, sebbene continui ad assegnare all’Italia un giudizio migliore di un gradino di quello delle altre due agenzie (A di S&P e Aa2 di Moody’s).
Anche l’outlook è stato mutato da stabile a negativo, dopo ben cinque anni. Adesso, ufficialmente l’Italia ha perso la doppia A in tutte le valutazioni. La valutazione di breve termine ha anch’essa subito un declassamento di un gradino, passando da F1+ a F1. La scure di Fitch si è abbattuta ancora di più sulla Spagna, il cui rating di lungo termine è stato abbassato da AA+ ad AA-.
Le ragioni del declassamento del nostro debito sono legate all’aggravarsi della situazione della crisi dei mercati, che renderanno più difficile e costoso il rifinanziamento dell’Italia. Si rimarca, inoltre, come la fiducia degli investitori sia venuto meno, a causa del tentennamento iniziale del governo sull’opera di risanamento.
Tuttavia, la stessa Fitch sottolinea un paio di aspetti che meritano di essere ben rimarcati. Il primo è che l’Italia rimane tra le economie “core” dell’Unione Europea e la sua posizione rimane “forte”, riguardo anche a stati con rating migliori. Il suo debito, infatti, viene considerato “solvibile” e non a rischio. Inoltre, sempre nella nota dell’agenzia, si nota come gli obiettivi fiscali del governo dovrebbero essere raggiunti, tra cui il rapporto tra deficit e pil al 3,9% quest’anno.