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Russia, Putin apre al libero mercato

Published by
Giuseppe Timpone

E’ un Putin inedito, quello che sta emergendo in questi giorni. Oggi, il premier di Mosca compie 59 anni e sarà la maturazione degli anni che avanzano, sarà molto più probabilmente la necessità di ricollocarsi in politica estera, ma lo spartito che intende suonare sembra proprio diverso dalla musica che abbiamo sentito da lui orchestrata in questi anni. Il primo annuncio è di quelli a metà tra clamore e stupore. Parlando alla stampa, Vladimir Putin ha annunciato che in futuro il mercato del gas potrebbe essere liberalizzato e che così la Russia potrà vendere all’estero più gas, ma a prezzi inferiori.

Nell’annunciare la possibile svolta nelle relazioni internazionali, sul fronte sensibilissimo dell’energia, il premier russo ha affermato che tale apertura la chiedono i colleghi europei, che inviano continuamente ispezioni a Gazprom, il colosso energetico post-sovietico. E pensare che sul gas si sono aperte varie crisi nei rapporti con l’Europa, soprattutto per il sostegno che la UE ha mostrato verso la riottosa Ucraina della Rivoluzione Arancione, attraverso la quale passa il condotto e che fu accusata proprio da Putin di rubare gas, attingendo alle tubature. Era l’inverno tra il 2005 e il 2006 e l’intera Europa rischiò il black-out energetico.

Ma l’altra forte apertura in tema di rapporti con gli investitori esteri la fa sempre nel campo del greggio, con la previsione di una legge, che a giorni, ha aggiunto Putin, dovrebbe essere approvata dalla Duma, che consente agli stranieri di acquisire fino al 25% delle azioni di aziende energetiche russe, senza nemmeno la previa comunicazione alla commissione ad hoc di Mosca.

Una mossa, che gli analisti politici ritengono essere frutto della volontà del premier di andare incontro alle richieste di trasparenza e di mercato degli investitori stranieri, dopo la cacciata di Kudrin dal ministero delle finanze, da parte del presidente Dmitri Medvedev.

Voci non confermate parlano di un possibile ritorno trionfale di Kudrin al potere, nei panni di governatore della banca centrale o a capo di una qualche grossa banca. Tutto, pur di convincere gli investitori a non lasciare la Russia. E sul versante della crescita, Putin smentisce che il Paese possa essere sull’orlo di un’altra recessione, mentre su un possibile ingresso nella UE, chiarisce che prima l’Europa deve risolvere il problema del debito e in ogni caso la Russia è già in grado di tutelare da sola la propria sicurezza nazionale.

 

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Giuseppe Timpone