Sono giornate molto tese in un Parlamento obbligato ancora una volta ad occuparsi ed azzuffarsi su provvedimenti assolutamente non vitali nè urgenti, come quello sulle intercettazioni telefoniche, mentre il rating dell’Italia viene declassato ed ancora non si intravede la fine del tunnel della crisi mondiale. Ma nonostante ciò, qualcuno ha ancora voglia di scherzare. E’ proprio Silvio Berlusconi, che già pensa alle prossime elezioni ed al nuovo nome da dare al suo futuro partito, per il quale suggerisce “Forza Gnocca”.
Ma di questi tempi, anche l’ennesima battuta del premier, l’ultima della serie, scatena focolai di polemiche, e si sfiora lo scontro in Aula. Lucia Codurelli del Partito Democratico lamenta di essere stata oggetto di pesanti insulti da parte dei leghisti, in seguito al suo “interrompere” il siparietto comico che vedeva protagonisti Berlusconi e numerosi altri deputati: “Il Presidente e i suoi cortigiani erano tutti presi a ridere e scherzare: la loro contentezza è esplosa quando ha detto che il suo partito sarà della “gnocca”. Ho espresso tutta la mia indignazione, gridando che ci hanno portato allo sfascio e che se ne devono andare”. A questo punto sarebbe iniziata la reazione dei deputati del Carroccio, culminata con il grido “Fatti scopare, che è meglio”.
Rosy Bindi commenta parlando di una “farsa” che ormai si è trasformata in “tragedia”, ma una volta tanto, forse memore di essere uno dei soggetti preferiti del presidente del Consiglio quando si tratta di confezionare battute di dubbio gusto, prova a sdrammatizzare: “Forza gnocca”? L’unico partito che Berlusconi ha avuto veramente, l’unico che non ha bisogno di fondare perché solo questo ha praticato e organizzato”. Anche la vicepresidente dei democratici, Rosa Calipari, si cimenta: “Forza Gnocca non fa ridere, ma certo tra i Lavitola, i Mora e all’Olgettina i voti si rimediano”. Ma stavolta non c’è grande entusiasmo nemmeno da parte della maggioranza, troppo il nervosismo ed i sospetti che nelle ultime ore serpeggiano tra le sue fila.
Barbara Saltamartini, responsabile pari opportunità del Pdl, deplora l’ultima trovata del capo del governo come una battuta “poco spiritosa e fuori luogo”, posizione condivisa dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Provano a gettare benzina sul fuoco Alessandra Mussolini e Roberto Formigoni, che parlano invece di “reazioni esagerate”.
Al di là dei politici veri e propri, la leader della Cgil Susanna Camusso, suggerisce che invece di cambiare nome al Pdl si cambi direttamente il premier, mentre Franco Grillini, presidente di Gaynet, coglie l’occasione per pungolare il Vaticano, chiedendosi se ha qualcosa da commentare “…considerato che Bertone, segretario di Stato, andava a cena una settimana sì e l’altra pure con il nostro galletto nazionale“.
Che dire, se non che queste “eccezionali” battute del presidente del Consiglio sono in larga parte conseguenza di tutto quanto venuto alla luce negli ultimi anni, grazie alle inchieste ed intercettazioni telefoniche che lo riguardano. Peccato che la sua “fama” ormai mondiale di “esperto della gnocca” debba oggi essere ostacolata da una legge liberticida che mira principalmente a limitare la diffusione delle notizie che lo riguardano. Un vero e proprio paradosso.