Moody’s declassa Italia di tre gradini ad A2

L’agenzia internazionale di rating Moody’s ha declassato ieri sera, dopo la chiusura delle borse, l’Italia, retrocedendo la valutazione sul suo debito dal precedente giudizio da AA2 ad A2, ossia di tre gradini o “notch”, come si dice in gergo. Le ragioni di tale “downgrade” sono state spiegate nella nota e sono essenzialmente tre. Uno: aumentano i rischi di rifinanziamento sui mercati, a causa delle turbolenze del contesto internazionale, della zona euro, in particolare. Due: la debolezza della crescita, che sarebbe la spia di una più generale fragilità macroeconomica del nostro Paese. Tre: i rischi derivanti dagli ostacoli possibili nell’applicazione delle misure correttive già adottate dal governo, a causa delle incertezze politiche ed economiche.

La stessa Moody’s ha anche rivisto in negativo il nostro outlook. Quest’ultima notizia prelude alla possibilità di un altro possibile downgrade nei prossimi mesi, se il quadro non dovesse migliorare.

La bocciatura di Moody’s avviene a nemmeno un mese di distanza dall’altra più clamorosa di Standard & Poor’s. Era ampiamente prevista, per cui la reazione dei mercati non sarebbe stata affatto di stupore, ma è la portata del declassamento che oggi potrebbe provocare un’ondata di vendite sul nostro Paese, dato che le attese erano per una retrocessione del rating di uno-massimo due gradini.

Fino a ieri, invece, il rating che Moody’s assegnava al debito italiano era il più alto tra le tre agenzie. Oggi, esso si pone in linea con le valutazioni di Standard & Poor’s e Fitch. Si attende adesso la reazione delle borse europee, che nel caso del downgrade di S&P non si curarono della bocciatura, chiudendo tutte in positivo, Piazza Affari compresa.

 

 

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