Nonostante Fiat, abbia praticamente salvato dal fallimento la società americana Chrysler e abbia ripagato i debiti della società americana, c’è ancora chi si lamenta. Tra i “lamentatori” c’è anche Bob Nardelli, ex CEO di Chrysler che in una recente intervista ha dichiarato che il controllo della Chrysler da parte della Fiat non era assolutamente necessario e che Obama ha fatto un errore ad affidare le sorti dell’azienda americana nelle mani della società torinese.
Una dichiarazione che potrebbe scatenare polemiche a non finire, ma Nardelli ha motivato molto chiaramente le sue dichiarazioni “incendiarie”: in pratica l’ex amministratore delegato della Chrysler, è convinto che se il maxi prestito fosse stato concesso alle stesse condizioni che sono state avanzate alla Fiat, la Chrysler avrebbe potuto anche fare meglio di quanto ha fatto finora la società di Sergio Marchionne.
Nardelli ha espresso pensieri negativi anche nei confronti del governo americano, sostenendo che la Chrysler è stata svenduta senza alcun motivo. Ma è realmente così?
Fiat fu scelta, perchè è innegabile l’esperienza della casa italiana nella produzione di vetture piccole, tra cui citycar e utilitarie (un settore completamente sconosciuto alla Chrysler) e nella fabbricazione di motori piccoli ma potenti, come i nuovi motori Multijet.
Secondo l’ex CEO di Chrysler, però, non era necessario che la società americana stringesse un accordo economico con Fiat, visto che grazie ai prodotti Jeep Grand Cherokee, Chrysler 300 e Dodge Charger, la società si sarebbe ripresa.