Mancano sette giorni alla celebrazione delle elezioni primarie del Partito Socialista in Francia per scegliere il candidato alle presidenziali di maggio 2012 da contrapporre all’attuale presidente Nicolas Sarkozy. Se nessuno dei candidati dovesse raggiungere la maggioranza dei consensi, si andrebbe al ballottaggio il 16 ottobre. Sono sei gli sfidanti, ma l’attenzione politica e mediatica si concentra sugli unici due che potrebbero arrivare alla vittoria: François Hollande e Martine Aubry. Il primo è l’ex segretario del Partito Socialista, al tempo considerato anonimo e impalpabile. Ex marito di Ségolène Royal, altra sfidante alle primarie, da cui si separò all’indomani della sconfitta di lei contro Sarkozy nel 2007. La Aubry è stata ministro del lavoro nel governo Jospin, tra il 1995 e il 2002, madre della legge (fallimentare) sulle 35 ore, nonchè attuale segretario del partito. Eppure, tutti i sondaggi convergono su un dato: il super-favorito è Hollande, con un tasso di consenso tra il 42% e il 44%, contro il 29-31% della Aubry. Royal si fermerebbe intorno al 10%, e pensare che nel 2007 cavalcò trionfante le primarie, sbaragliando tutti.
Il profilo di Hollande è quello di un uomo politico, che ha costruito la propria fisionomia non sulla celebrità mediatica, quanto sul duro lavoro di leader e di politico, che nel breve non paga, ma che potrebbe essergli favorevole nella più ampia prospettiva di una sfida contro Sarkozy.
Socialista centrista, moderato, ha un programma considerato realistico, contrariamente a quello della Aubry, un pò improntato a un socialismo più radicale, a una visione più idealistica della società. Nonostante ciò dovrebbe rappresentare una sorta di fascino per l’elettorato più militante: pare che in queste elezioni stia prevalendo tra la base una voglia di maggiore normalità da contrapporre a quella che può essere definita una presidenza un pò insolita di Nicolas Sarkozy, che da bravo comunicatore come si era presentato nel 2007, sembra collezionare magre figure una dietro l’altra.
I sondaggi dicono che sia Hollande che Aubry potrebbero farcela contro l’attuale presidente, ma le elezioni saranno solo tra oltre sette mesi e il quadro è destinato a mutare, quando ad entrare in campagna elettorale sarà, appunto, Sarkozy. Certo, la gauche ha già stravinto alle amministrative di aprile e ha strappato la maggioranza alla destra al Senato, per la prima volta da quando esiste la Quinta Repubblica. Ma niente è dato per scontato.