Sono insolite le dichiarazioni del presidente russo Dmitri Medvedev che ha rilasciato in una intervista televisiva. E’ stata l’occasione per fare il punto della situazione politica, dopo una settimana intensa e per certi versi convulsa, con il congresso di Russia Unita, la formazione di Medvedev e Putin che ha sancito lo scambio di ruoli tra premiership e presidenza, a partire dalle prossime elezioni politiche e presidenziali, rispettivamente a dicembre e marzo. Dopo lo “switch” Putin-Medvedev, il ministro delle finanze Aleksej Kudrin ha dovuto rassegnare le dimissioni, in polemica con il capo del Cremlino, a causa di dissensi sulla politica economica e per via delle sue dichiarazioni, nel bel mezzo del congresso, con cui chiariva di non avere intenzione di servire un probabile e prossimo governo Medvedev.
E proprio quest’ultimo ha voluto ridare un senso di normalità a quanto è stato deciso sul destino della Russia, che potrebbe essere determinato dalla coppia per un altro quarto di secolo, per via dell’alternanza e dell’allungamento della durata del mandato a sei anni. Il presidente ha smentito, anzitutto, che il risultato delle elezioni sia scontato. “E’ il popolo che sceglie, lasciamo che siano gli elettori a stabilire chi vince e chi no”.
Le parole di Medvedev sono forse più rivolte alla stampa estera, verso la quale ha dimostrato una maggiore “sensibilità” di Putin, al fine di chiarire che in Russia non ci sarebbe un destino già segnato e che le elezioni saranno di certo una cosa seria. Tutti gli uomini politici possono fallire alle elezioni, ha aggiunto. Ma la chicca più interessante, da un punto di vista mediatico, è data dalle sue parole sullo scambio in vista con il premier Putin. E’ più popolare di me, ha spiegato, è per questo che si candiderà al mio posto per il Cremlino. Spiegazioni improbabili, ma tanto basterà agli elettori russi.
Adesso il vero nodo per Putin, quando e se verrà rieletto presidente, sarà quello di ristabilire un clima di fiducia per gli investitori, che da mesi hanno iniziato un costante deflusso di capitali, proprio in vista del ritorno di Putin al Cremlino. E le dimissioni di Kudrin, considerato un punto di riferimento per i mercati, non giovano a nessuno, tanto che si vocifera di un suo ritorno trionfale al governo, con responsabilità di spicco.