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Obama, difficile essere rieletto. E Wall Street punta su Romney

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Giuseppe Timpone

Siamo a meno tredici. Tra tredici mesi si terranno le elezioni presidenziali americane che dovranno confermare o disarcionare l’attuale inquilino della Casa Bianca, Barack Obama. Salvo miracoli, la situazione economica e finanziaria degli USA sarà anche allora difficile e tutto ciò rende la campagna elettorale apertissima e molto difficile per il presidente Obama. Grava come un macigno su di lui il tasso di disoccupazione, ancora fisso al 9%. Si pensi, solo per capire quanto sia grave politicamente il momento per Obama e i Democratici, che nessun presidente dal Secondo Dopoguerra è mai stato rieletto con un tasso di disoccupazione sopra il 6%. Unica eccezione fu Ronald Reagan, nel 1984, ma allora il tasso di disoccupazione era in forte calo.

E lo stesso Obama non nasconde le difficoltà e a una cena privata con alcuni sostenitori a Georgetown ha ammesso che sarà dura farsi rieleggere, perchè si è appena usciti da una recessione mondiale (ma si pronostica una ricaduta). Inoltre, sempre Obama ha affermato che la gente avrebbe perso fiducia, a causa del fatto che Washington non è cambiata, come pure egli aveva promesso di fare in campagna elettorale.

Dunque, un cambio di passo sarà necessario persino per la stessa Casa Bianca, dopo i magrissimi risultati di questi primi 32 mesi di mandato. Ma in America, si sa, per fare una buona campagna elettorale serve una barca di soldi. Lo sa benissimo Obama, che nel 2008 raggiunse il record di finanziamenti nella storia americana. E che la musica sia cambiata anche su questo versante lo si vede con i finanziamenti da Wall Street. Se tre anni fa furono 15 i milioni di dollari raccolti tra i grandi manager della finanza, a tredici mesi dalla prossima scadenza, i CEOs di Wall Street hanno staccato assegni per appena 850 mila dollari in favore di Obama, contro i 2,3 milioni già raccolti dal candidato Repubblicano Mitt Romney.

Certo, dicono dalla Casa Bianca. Mitt Romney vorrebbe eliminare tutte le regole a tutela dei consumatori, la quale cosa renderebbe felice la finanza di Wall Street. Poi, però, in privato la paura di perdere quattrini e l’endorsement dell’America che conta c’è ed è grande.

Difficile che i Democratici possano puntare mediaticamente a recuperare i delusi della finanza, dato che dovranno convincere i ben più numerosi elettori della classe media e operaia, che sembrano aver loro girato le spalle. Sarà dura farso rieleggere, ha ragione Obama. Almeno stavolta.

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Giuseppe Timpone