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Venezuela, Chavez ricoverato d’urgenza. Sarebbe grave

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Giuseppe Timpone

Il presidente Hugo Chavez sarebbe stato ricoverato d’urgenza all’ospedale militare della capitale venezuelana, Caracas, dopo avere avvertito un malore. Giunto in ospedale, i medici avrebbero preso atto che si trattava di un aggravamento delle condizioni generali del presidente, “El Comandante”, come viene anche definito qui. Infatti, da mesi il capo di stato sudamericano lotta contro un tumore, tanto che nel mese di giugno si è fatto riprendere a sorpresa a L’Avana, dove era stato ricoverato, insieme ai fratelli Castro, che lo sostenevano per una pronta guarigione. Anche allora la notizia ufficiale venne dopo settimane di indiscrezioni che parlavano di un male alla prostata, ma che erano sempre state smentite dallo staff di Chavez.

E anche ieri la notizia del ricovero d’urgenza è stata seccamente smentita dall’interessato. L’indiscrezione non è giunta dal Venezuela, dove il controllo sull’informazione è piuttosto ferrea, ma da Miami, terra degli esuli cubani anti-castristi, che detestano anche Chavez, per via del suo rapporto personale e politico molto stretto con Fidel e Raul Castro. In particolare, è stato il quotidiano “The New Herald” a riportare la notizia.

Grave o meno, di certo il quadro clinico del presidente non è buono. In questi giorni, in visita a Caracas vi è stato pure il ministro degli esteri di Cuba, Bruno Rodriguez e non si può escludere che ciò non fosse una casualità. Probabile che si sia parlato anche della necessità di un’altra fase di cure a L’Avana. Al momento si apprende che il peggioramento delle sue condizioni di salute avrebbe reso necessario il trasferimento in una clinica privata della capitale, il che non è certo edificante per colui che intende diventare il padre del nuovo socialismo del Sud America.

Ma già si ragiona in termini di post-Chavez. Il Paese non ha ancora un’alternativa credibile in campo, anche a causa della durissima repressione che il regime ha imposto sulle voci dissidenti. Di particolare importanza e delicatezza è la questione degli equilibri internazionali, dato che l’attuale presidente del Venezuela ha creato un asse strategico con stati come Cuba, Cina, Iran, Brasile, Russia, ossia una sorta di fronte anti-USA. Se realmente Chavez dovesse uscire di scena presto, l’asse perderebbe un energico sostenitore, oltre che un prezioso alleato proprietario di oro nero.

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Giuseppe Timpone