Ci mancava solo questa: Augusto Minzolini finisce indagato dalla procura di Roma per abuso d’ufficio e mancato adempimento dell’ordinanza del giudice del lavoro, relativamente al caso di Tiziana Ferrario. Il direttore del Tg1, già indagato per peculato in una vicenda di spese effettuate con carta di credito della Rai, si vede ora cadere un’altra tegola sulla testa. La Guardia di Finanza, su disposizione del procuratore aggiunto Alberto Caperna, si è recata nell’ufficio della Rai per acquisire dei documenti relativi alla situazione della Ferrario, ex-conduttrice del Tg1 ed inviata per i grandi eventi, a suo tempo sollevata dall’incarico e che ora ricorre alla giustizia penale contro il suo mancato reintegro.
Dopo aver già esperito delle vertenze in sede civile, i legali della giornalista hanno infatti intentato anche un esposto in sede penale, in quanto in ben due distinte occasioni la Ferrario si è vista dar ragione dal Tribunale del lavoro ma ciò nonostante non è stata rimessa al proprio posto, come commenta personalmente: “Non è una decisione che ho preso a cuore leggero ma poiché non sono state applicate due ordinanze del tribunale civile a mio favore, sono stata costretta a fare una denuncia penale per far valere i miei diritti”.
Domenico D’Amati, avvocato della giornalista, spiega ancora: “La discriminazione sul piano politico e’ stata accettata dal giudice del lavoro ed una discriminazione compiuta da un pubblico ufficiale, il direttore del Tg1, assume una rilevanza particolarmente grave”. Minzolini dal canto suo ostenta ottimismo e parla di eccessivo clamore mediatico (“Una boiata pazzesca”) per quello che è un atto dovuto, ossia l’acquisizione della documentazione a seguito del ricorso alla procura. “E’ qualcosa che non mi riguarda direttamente”, aggiunge. Meno sereno sull’andamento della testata principale del servizio pubblico è il presidente della Rai Paolo Garimberti, che torna a ribadire la sua preoccupazione per il calo degli ascolti: “Rai1 è sempre stata l’ammiraglia, ha sempre avuto la leadership totale. Ieri ha fatto ascolti che non sono di Rai1”.
Ennesima, immancabile levata di scudi da parte del Pdl, che trasforma ciò che lo stesso direttore ha definito un “atto dovuto” in una sorta di “intimidazione”, con frasi ad effetto che arrivano a sfiorare la comicità: “Perquisizione in stile cileno” ha commentato un parlamentare. Ciò che invece fa meno ridere è l’incredibile reazione di Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, che si sarebbe spinto a caratterizzare la vicenda come delle “reazioni giudiziarie sproporzionate” a “conferma dell’anomalia italiana”.
Considerato che siamo di fronte ad un caso di mancato rispetto delle ordinanze di un Giudice del lavoro, qualcuno dovrebbe ricordare a Sacconi che il suo ruolo istituzionale gli imporrebbe una reazione meno di parte, sembra dimenticarsene un pò troppo spesso.
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