Cuba apre al libero mercato delle auto nuove e dice addio ai vecchi carrozzoni colorati e rattoppati che per 50 anni hanno continuato a circolare facendo dell’isola un museo a cielo aperto di auto d’epoca “rivisitate”.
Grazie, infatti, ad un decreto, atteso da 50 anni, che entrerà in vigore il primo ottobre, anche i cubani, fino ad oggi costretti a comprare o vendere auto usate, fabbricate prima del 1960, potranno finalmente acquistare un’auto nuova.
Addio quindi alle vecchie auto americane (che a Cuba vengono chiamate “almendròn”, ovvero grosse mandorle, robuste come il guscio del frutto) o a quelle sovietiche che circolano nell’isola da mezzo secolo, arrangiate alla buona e rimesse su strada. Non più dunque solo Cadillac Eldorado, Chevrolet Bel Air, Chrysler Windsor, Pontiac Star Chief, e ancora Studebaker, Impala, Lincoln, Oldsmobile sulle strade cubane.
Con il decreto, infatti, è consentita la vendita e l’acquisto di auto senza limitazioni di modello o di anno di fabbricazione. Ma le restrizioni permangono. Secondo la legge appena pubblicata sulla Gazzetta ufficiale cubana, potranno comprare un’auto nuova solo gli stranieri con residenza permanente o i cubani che hanno un reddito in valuta straniera o pesos convertibili in dollari per soddisfare un’esigenza personale o culturale, in linea con la Costituzione cubana che permette la “proprietà personale” solo dei beni necessari alle “esigenze materiali e culturali”.
Il nuovo decreto, che inaugura l’avvento della nuova linea di Raul Castro, segna un’apertura al “nuovo”. Di fatto però, sarà il “vecchio” ancora a circolare, visto che in pochi potranno permettersi un’auto nuova: la maggior parte di loro guadagna l’equivalente di meno di 20 euro al mese.