La Procura di Roma ha da poco inviato a Bari gli atti giudiziari sul caso escort, in seguito alle indagini sui soldi ricevuti dall’imprenditore Gianpaolo Tarantini da Silvio Berlusconi, tramite il “faccendiere” Valter Lavitola. Gli atti sono adesso sulla scrivania del procuratore aggiunto Pasquale Drago.
Gli atti trasmessi riguardano proprio il faccendiere latitante Lavitola ed i procuratori aggiunti dovranno ora proseguire le indagini, decidendo se includere nella lista degli indagati il Presidente del Consiglio, finora visto come parte lesa. Anche lo stesso Lavitola risulta, per ora, non iscritto al registro degli indagati. Silvio Berlusconi era stato accusato dal tribunale del Riesame di “induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria” nei confronti di Tarantini, che risulta abbia portato delle escort nella casa del Premier. Le eventuali iscrizioni al registro degli indagati avverranno comunque dopo la lettura delle carte da parte dei pm inquirenti. Intanto il procuratore Antonio Laudati ha fatto sapere che non si occuperà del caso, inviando una lettera al procuratore generale Antonio Pizzi. L’astensione dall’inchiesta è stata presentata in base all’art.52 del codice di procedura penale per «ragioni di convenienza».
Il procuratore Laudati è infatti indagato a Lecce, con l’accusa di aver rallentato le indagini sul caso escort. Si sta indagando su di lui per appurare i reati di abuso d’ufficio, favoreggiamento e tentativo di violenza privata. Nonostante ciò, il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, ha fatto notare che «non c’è alcuna connessione» tra questa vicenda e l’inchiesta di cui si occuperà da domani Bari, dopo le indagini di Napoli. Per Motta «sulla base degli articoli 11 e 12 del Codice di procedura penale la connessione è da escludere, noi pertanto non chiederemo gli atti». Il procuratore di Lecce ha poi affermato: «Non spetta al pubblico ministero, in questa fase, stabilire la competenza ad indagare, perchè vi sono già provvedimenti di magistrati giudicanti, che sono gli unici titolati a pronunciarsi sulla competenza dei pubblici ministeri».
Adesso è tutto nelle mani del procuratore generale presso la Corte d’Appello di Bari, cioè Antonio Pizzi: starà a lui decidere a chi affidare le carte arrivate da Roma questa mattina per proseguire le indagini sullo scottante caso escort in cui è coinvolto Berlusconi.