Il sesto congresso del Partito Comunista Cubano, che si era celebrato ad aprile e che aveva ufficialmente sancito il ritiro dalle scene politiche del lider maximo Fidel Castro, ha avuto oggi il suo esito di maggiore impatto, con il varo del decreto da parte del governo di L’Avana, che consentirà ai cittadini cubani di vendere e comprare auto nuove, a partire dall’1 ottobre prossimo. Pertanto, viene eliminata la norma, che sin dalla rivoluzione del 1959 impediva ai cubani di acquistare auto prodotte dopo il 1960.
Viene meno così una delle caratteristiche del regime comunista e castrista, che aveva negato la libertà di possess di un’auto per oltre cinquanta anni. Infatti, fino a oggi, era ammesso soltanto di comprare o di vendere auto fabbricate prima del 1960, principalmente quelle che erano state costruite negli stabilimenti di Detroit. Pertanto, per cinquanta anni si era guidato sempre con le stesse auto, modificate e arrangiate alla buona, solo grazie alla fantasia dei meccanici dell’isola. Quando era ancora in vigore il comunismo sovietico, era permessa l’importazione di auto dalla ex Urss, le Lada, che potevano, tuttavia, essere acquistate sulla base della condizione professionale e degli incarichi svolti e non potevano essere nè cedute, nè donate. Con il nuovo decreto, le auto possono ora essere anche vendute e donate a soggetti cubani o stranieri, ma con residenza permanente.
La novità si è resa possibile solo grazie a una modifica recente della Costituzione, che consente la proprietà privata, purchè essa sia finalizzata a soddisfare un’esigenza personale o culturale. Niente approdo al capitalismo, come confermano le fonti ufficiali. La finalità delle oltre 300 leggi di riforma degli ultimi mesi consiste nel rafforzamento dell’impianto del socialismo e non si ha alcuna voglia di transitare verso il libero mercato.
Continua, intanto, il pressing del presidente USA, Barack Obama, il quale in una tavola rotonda con alcuni rappresentanti ispanici ha esortato Cuba ad aprirsi alla democrazia e a garantire la libertà per il suo popolo. Se così fosse, ha aggiunto, l’America sarebbe disposta a rivedere la sua politica estera. Il ministro degli esteri de L’Avana, Bruno Rodriguez, in visita nel Venezuela, ha prontamente risposto che gli USA non sanno nemmeno di ciò di cui parlano, sia quando riguarda Cuba, che sulle altre realtà. La linea dell’apertura della Casa Bianca è stata bocciata.