Asta BTp indicizzati, alta domanda e rendimenti crescenti

Ieri, il Tesoro italiano ha collocato un importo compreso tra i 500 e i 750 milioni di euro in BTp con scadenza 15 settembre 2019, indicizzato all’inflazione dell’Eurozona. Trattavasi, quindi, di un importo basso, ma indicativo degli umori del mercato, essendo un titolo di stato pluriennale. Il giorno precedente, infatti, erano stati collocati BoT semestrali e trimestrali, quindi, di breve termine.

L’esito del collocamento di ieri è stato tutto sommato positivo. A fronte di una forchetta tra il mezzo miliardo e i 750 miliardi di euro offerti, la domanda è stata parecchio sostenuta, pari a 1,577 miliardi, quindi, oltre il doppio dell’importo massimo previsto. Il rendimento è però risultato in crescita, arrivando al 4,29%, in aumento di 22 centesimi sull’asta precedente.

E sempre ieri il differenziale di rendimento decennale tra i nostri BTp e i Bund tedeschi è risultato in calo, chiudendo ai minimi della giornata, a 369 punti base, dopo che nel corso della seduta aveva toccato un massimo di 372 punti. Il dato segnala in buon momento per il comparto obbligazionario governativo italiano, in seguito alla prospettiva indicata dal G20 del varo di un piano da 3 mila miliardi, che sarebbe finalizzato sia al sostegno del Fondo europeo di salvataggio, sia delle banche da ricapitalizzare nell’Eurozona. Questo ha allentato la pressione sui titoli di stato considerati a rischio maggiore, tra cui i nostri.

Ampliando lo sguardo agli altri bond, notiamo come l’Italia offra un rendimento medio lordo sul decennale, pari a circa una cinquantina di punti base in più dei Bonos spagnoli. Oltre il 5,5% i nostri BTp, poco sopra il 5% i titoli spagnoli, riflettendo un maggiore rischio percepito dai mercati, ma che nei mesi scorsi era stato ribaltato, in favore dell’Italia.

 

 

 

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