Ieri è sfilata una grande manifestazione degli operai della Fiat di Termini Imerese per le vie del centro cittadino di Roma, attorno a piazza Colonna e Palazzo Chigi, mandando il traffico in tilt. Mentre attendevano l’incontro presso il ministero dello Sviluppo Economico, i partecipanti hanno rumoreggiato, urlando contro l’ad Sergio Marchionne e la Fiat, al grido di “Termini Imerese non si tocca”. Anche il sindaco della cittadina siciliana, Salvatore Burrafato, era presente alla testa del corteo, insieme al segretario della Fiom, Maurizio Landini, che ha ricordato l’imminente chiusura dello stabilimento che non assicura la ricollocazione di tutti i lavoratori: “Noi della Fiom pensiamo che bisogna arrivare ad una mobilitazione generale del Gruppo Fiat. Fino a che non c’è una soluzione per tutte le 2.200 persone noi diciamo che la Fiat non se ne deve andare“. Auspicando che anche Fim e Uilm possano unirsi alla protesta, Landini ovviamente chiede che il governo faccia la sua parte, e per questo si svolgeranno dei colloqui con il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, di cui il prossimo previsto per il 5 Ottobre.
A tener banco però, è stato anche il comportamento del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha preso posizione contro la confusione causata in città dalla protesta: “Tutti hanno diritto a manifestare nella Capitale ma la nostra città non può essere messa in ginocchio da manifestazioni non autorizzate“.
Secondo Alemanno, la manifestazione avrebbe dovuto tenersi in piazza Santi Apostoli, mentre in pratica si è trasformata in un corteo ed ha creato disagio a “cittadini ed automobilisti di Roma, divenuti capri espiatori” delle “giuste rivendicazioni” degli operai della Fiat. Alemanno ha quindi candidamente ammesso di aver telefonato a Questore e Prefetto al preciso scopo di “bloccare la manifestazione”. Sulla intransigenza del primo cittadino di Roma, interviene il senatore del Pd, Paolo Nerozzi, vice presidente della commissione Infortuni sul lavoro, che chiede le scuse del sindaco per il suo gesto: “Si tratta dell’ennesimo schiaffo ai lavoratori di Termini Imerese che si vedono negata la possibilità di manifestare per un diritto sancito dalla Costituzione”.
Anche la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, questa volta non sembra essere in sintonia con Alemanno: “Di tutte le manifestazioni che vediamo a Roma questa è probabilmente la più giustificata. Sono persone che temono di perdere il loro lavoro e temono per le loro famiglie, vanno sostenuti“.