Non ha deluso affatto le aspettative il congresso di Russia Unita, il partito che fa capo al premier Vladimir Putin e al presidente Dmitri Medvedev. C’era una grande attesa tra i giornalisti, ma anche tra gli elettori, riguardo a un annuncio sulle candidature per le prossime elezioni politiche, previste per il 4 dicembre, e per le presidenziali, che si terranno il prossimo marzo. E finalmente la riserva è stata sciolta. Medvedev ha annunciato che sarà Putin a correre tra meno di sei mesi per il Cremlino, alla ricerca di un terzo mandato, seppur non continuativo.
Al contrario, l’attuale presidente della Federazione Russa sarà premier, nel caso in cui Russia Unita vincesse le elezioni di dicembre e ovviamente dopo che Putin si sarà insediato alla presidenza, sempre in caso di vittoria. Si torna, insomma, come quattro anni fa.
Uno scambio di ruoli, in perfetta linea con gli accordi del 2008 e le previsioni anche degli analisti più distratti. E c’è una novità. La riforma costituzionale, che verrà fatta entrare in vigore con le prossime elezioni, prevede un allungamento del mandato presidenziale, che durerà così 6 anni e non più quattro come oggi. Pertanto, se Putin dovesse farcela, resterebbe al Cremlino fino al 2018 e potrebbe anche ricandidarsi. Tra i due, a questo punto, le maggiori difficoltà potrebbe affrontarle Medvedev. Malgrado Russia Unita dovrebbe restare di gran lunga il partito più votato, si prevede un calo fisiologico del numero dei deputati eletti. Per questo motivo, quindi, Putin ha formato negli ultimi tempi una formazione gemella, il Fronte Nazionale Unito, che dovrebbe convogliare a sè tutti i voti in uscita da Russia Unita e si prevede che potrebbe fornire alla prossima maggioranza un quarto degli eletti.
Putin, sempre secondo le previsioni, non dovrebbe avere molti problemi a essere rieletto. Contro di lui corrono personalità poco carismatiche o nel migliore dei casi a dir poco strambe. Basti pensare al leader nazionalista Zyrinovskij, definito un clown, o al leader del Partito Comunista, Ziuganov, considerato il vero rivale di Putin, ma che ha il limite di una proposta politica, che si limita alla nostalgia di ciò che fu l’Unione Sovietica. Ad ogni modo, il volto della nuova Russia sarà ridefinito nei prossimi sei mesi.