Alfano propone legge elettorale con preferenze, stoccata a Tremonti

Alla fine è riuscito a sparigliare le confuse carte sulla legge elettorale. Il segretario del PDL, Angelino Alfano, ieri ha proseguito il suo mini-tour in Sicilia, facendo tappa a Catania, dove ha incontrato gli amministratori locali del suo partito. Un incontro per fare il punto sulla situazione, in cui non ha sottovalutato la gravità della crisi economica e ha esortato i dirigenti del Popolo della Libertà a rimboccarsi le maniche e ad aprire ai giovani e alla gente. Ma aldilà degli aspetti organizzativi su cui era imperniata la riunione, Alfano ha lanciato la sua proposta sulla legge elettorale.

Resti il proporzionale, ma si introducano le preferenze. Una scelta, aggiunge Angelino, che deriva dalla consapevolezza che nel Paese c’è un fortissimo malcontento verso questo tipo di legge elettorale con liste bloccate e sarebbe il modo, ha affermato il segretario, per mettere in contatto eletti ed elettori, per fare andare avanti chi ha il consenso e chi è in grado di ricercarlo nel Paese.

Lo sa già Alfano che la sua proposta scombinerà il quadro di queste ultime settimane, con PD e Idv che giocano la carta referendaria, mentre l’UDC è tiepida, essendo favorevole a salvaguardare l’impianto proporzionale. Ma ha voluto essere chiaro, anche in un’ottica di alleanza con Casini: non si può chiedere che si restauri il rapporto tra eletto ed elettore e poi si lasci solo all’eletto la libertà di fare e disfare i governi. Il premier indicato sulla scheda dovrà restare un vincolo, se no si ritorna alla vecchia politica della Prima Repubblica, con governi balneari, ha chiarito. Quindi, proporzionale con preferenze, ma nel quadro del bipolarismo. Il messaggio all’UDC è chiaro, così come è altrettanto chiaro che tra tornare all’uninominale, come accadrebbe con il referendum, o passare alle preferenze con il proporzionale, per Casini la seconda opzione sarà di gran lunga preferibile.

Ma non solo tecnicismi della politica. All’incontro, seguito da un altro con Fare Italia di Adolfo Urso, ex Fli, Alfano ha ripercosso le tappe della crisi dei mercati e ha fatto una sua analisi. Poi, soffermandosi sul rapporto tra politico e cittadino, ha affermato che non c’è bisogno di super-statisti, ma si chiedono persone che sappiano instaurare un rapporto umano, perchè quando si dice “uomo politico”, “uomo” è il sostantivo e “politico” è l’aggettivo. Una battuta che potrebbe essere chiaramente letta come una stoccata al ministro dell’economia, da troppi nel centrodestra giudicato una prima donna senza capacità di creare consenso tra la gente.

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