Si preannuncia una settimana complicata quella che inizierà il prossimo martedì. Nell’arco di 48 ore, il Tesoro ha previsto il collocamento all’asta di titoli per ben 20 miliardi, un importo rilevante, come poche volte capita, e che cade in una fase difficilissima per i nostri bond, con lo spread tra i rendimenti nostrani e quelli tedeschi sul decennale, che sfiora i 400 punti base.
In particolare, il 27 settembre saranno collocati 8 miliardi i BoT a sei mesi e 3 miliardi di BoT a 76 giorni. Segue poi l’emissione di CTz a due anni per 3,5 miliardi di euro. Il giorno successivo, mercoledì 28 settembre, ci sarà un’asta di BoT decennali per un importo tra i 500 e i 750 milioni. Infine, il 29 settembre, è prevista un’asta di CcTeu semestrali e di BTp a 3, 10 e 15 anni. Il tutto fa 20 miliardi.
Ora, il problema è che a parte tutte le turbolenze sui mercati in questi mesi, le voci specifiche di probabili e imminenti dimissioni del ministro dell’economia rendono la situazione italiana ancora più incerta e rischiano di scontare all’asta un apprezzamento dei rendimenti sui bond.
Per di più, il dato di fatto da tenere in considerazione è che quasi nessuno di questi bond gode della protezione della BCE sul secondario. Infatti, Francoforte si concentra solo sui quinquennali e sui decennali, che sono i segmenti temporali che gli operatori prendono maggiormente a riferimento per misurare il rischio Paese.
Timori sui titoli a breve e brevissimo termine non ce ne sarebbero molti, perchè i BoT trimestrali o altri infrannuali, come i BoT a sei mesi, sono tutti strumenti che le tesorerie delle banche preferiscono acquistare per ragioni di investimento della propria liquidità. Resta, dunque, il dubbio sulle altre scadenze.