Si scaldano i motori della macchina organizzativa del PDL. Detto fino a qualche mese fa, sarebbe sembrato persino un fatto irreale, ma oggi il Popolo della Libertà guarda avanti, al dopo, e ha capito (anche se non tutti) che senza una organizzazione reale e capillare sul territorio, non si va da nessuna parte. E bisogna ripartire proprio dal legame tra il partito e i cittadini, aspetto del tutto messo da parte nella storia di Forza Italia prima e PDL poi. E così, se già lo aveva affermato lo stesso Alfano che tutti i candidati a qualsiasi livello sarebbero stati individuati con elezioni primarie, oggi tale probabilità diventa sempre più alta e in qualche realtà italiana sta per diventare un dato di fatto. Tra ottobre e novembre saranno celebrati i congressi locali per scegliere le segreterie cittadine e provinciali. Una rivoluzione per il centrodestra, che dalla sua nascita nel 1994 non si è mai dato una struttura, adeguandosi alla teoria del partito leggero all’americana e che il premier Berlusconi ha sempre preferito.
Fino a maggio, quando il flop alle amministrative, persino in città storiche roccheforti come Milano, ha messo a nudo le grandi distanze tra il partito e la gente, l’elettorato, soprattutto dinnanzi a un centro-sinistra che si rilancia sul territorio con vigore a ogni tornata solo grazie alla partecipazione dei cittadini alla sua dinamica politica interna. E allora, che primarie e congressi siano. Questi ultimi saranno celebrati per scegliere i dirigenti del partito, mentre le primarie dovrebbero mettersi in moto per scegliere chi candidare dove. Ma ancora i meccanismi sono tutti da individuare, perchè il PDL ha la grande paura che siano inficiate da infiltrazioni esterne, a causa della maggiore mobilitazione della sinistra.
E ieri il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel celebrare il primo anno dalla nascita della sua creatura, la Fondazione Nuova Italia, ha approfittato dell’invito e della presenza di Angelino Alfano, segretario del PDL, per chiarire cosa voglia il popolo della destra: partecipazione. E senza mezzi termini ha dichiarato che se Alfano farà bene il segretario, è nell’ordine naturale delle cose che debba essere lui il candidato premier. Entrambi, poi, seppur con le maggiori cautele di Alfano, che ha l’investitura ufficiale del partito e, pertanto, deve misurare i termini, hanno aperto all’allargamento del centrodestra, a quell’UDC di Casini, di cui auspicano l’ingresso nella coalizione.
E oggi Alfano sarà a Catania, dove dovrebbe parlare dell’organizzazione dei congressi. Sarà l’occasione per valutare sia come si metterà in moto la macchina del PDL, sia se vi saranno ulteriori richiami alla responsabilità verso l’UDC.