Alemanno lancia Alfano premier nel 2013, aria di intesa con UDC

Si scaldano i motori della macchina organizzativa del PDL. Detto fino a qualche mese fa, sarebbe sembrato persino un fatto irreale, ma oggi il Popolo della Libertà guarda avanti, al dopo, e ha capito (anche se non tutti) che senza una organizzazione reale e capillare sul territorio, non si va da nessuna parte. E bisogna ripartire proprio dal legame tra il partito e i cittadini, aspetto del tutto messo da parte nella storia di Forza Italia prima e PDL poi. E così, se già lo aveva affermato lo stesso Alfano che tutti i candidati a qualsiasi livello sarebbero stati individuati con elezioni primarie, oggi tale probabilità diventa sempre più alta e in qualche realtà italiana sta per diventare un dato di fatto. Tra ottobre e novembre saranno celebrati i congressi locali per scegliere le segreterie cittadine e provinciali. Una rivoluzione per il centrodestra, che dalla sua nascita nel 1994 non si è mai dato una struttura, adeguandosi alla teoria del partito leggero all’americana e che il premier Berlusconi ha sempre preferito.

Fino a maggio, quando il flop alle amministrative, persino in città storiche roccheforti come Milano, ha messo a nudo le grandi distanze tra il partito e la gente, l’elettorato, soprattutto dinnanzi a un centro-sinistra che si rilancia sul territorio con vigore a ogni tornata solo grazie alla partecipazione dei cittadini alla sua dinamica politica interna. E allora, che primarie e congressi siano. Questi ultimi saranno celebrati per scegliere i dirigenti del partito, mentre le primarie dovrebbero mettersi in moto per scegliere chi candidare dove. Ma ancora i meccanismi sono tutti da individuare, perchè il PDL ha la grande paura che siano inficiate da infiltrazioni esterne, a causa della maggiore mobilitazione della sinistra.

E ieri il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel celebrare il primo anno dalla nascita della sua creatura, la Fondazione Nuova Italia, ha approfittato dell’invito e della presenza di Angelino Alfano, segretario del PDL, per chiarire cosa voglia il popolo della destra: partecipazione. E senza mezzi termini ha dichiarato che se Alfano farà bene il segretario, è nell’ordine naturale delle cose che debba essere lui il candidato premier. Entrambi, poi, seppur con le maggiori cautele di Alfano, che ha l’investitura ufficiale del partito e, pertanto, deve misurare i termini, hanno aperto all’allargamento del centrodestra, a quell’UDC di Casini, di cui auspicano l’ingresso nella coalizione.

E oggi Alfano sarà a Catania, dove dovrebbe parlare dell’organizzazione dei congressi. Sarà l’occasione per valutare sia come si metterà in moto la macchina del PDL, sia se vi saranno ulteriori richiami alla responsabilità verso l’UDC.

 

 

Gestione cookie