Orrore in Iran, minorenne impiccato in pubblico per omicidio dubbio

Il vento della primavera araba sembra davvero lontano da Teheran, che vive giorni ordinari di orrore e terrore della sua ben collaudata macchina giudiziaria. O forse, è bene ammetterlo, aldilà del fattore politico e istituzionale, c’è anche una cultura popolare profonda che ancora oggi accetta o, nel migliore dei casi, tollera di buon grado che determinati fatti possano accadere e sotto i propri occhi. Ci riferiamo al fatto che in due giorni la stampa ci dà notizia di due giustiziati in pubblico, impiccati davanti agli occhi di una folla urlante.

E’ successo due giorni fa all’alba che un uomo, Sajad Karimi, è stato impiccato in pubblico, a causa dell’uccisione di un docente  universitario e noto cardiologo, Gholan Reza Sarabi. Pare che l’omicidio sia maturato per vendetta lo scorso anno, dopo che la madre di Karimi era morta, malgrado o in seguito alle cure del professore. Ad ogni modo, si racconta che l’ultimo gesto prima dell’impiccagione pubblica sia stato un sorriso.

Molto più drammatica, invece, è la storia di Alireza Molalhsani, 17 anni, accusato di avere ucciso a luglio il campione dei pesi massimi Rohollah Dadashi. Considerato l’uomo più forte dell’Iran, Dadashi sarebbe stato ucciso in seguito a un accoltellamento, avvenuto nel corso di un litigio con gli occupanti di un’altra vettura. Il fatto è avvenuto a Karaj, presso la capitale Teheran. Il minorenne fu subito considerato il responsabile dell’omicidio volontario, nonostante abbia sempre dichiarato di avere agito per autodifesa. Ma c’è un dubbio ancora più atroce e cioè che i reali responsabili dell’omicidio abbiano fatto incolpare Molalhsani, ritenendo che un minorenne non potesse essere giustiziato. Ma purtroppo in Iran le cose non vanno come dovrebbero. Infatti, malgrado abbia ratificato la Convenzione per i diritti dei minori, il giudice ha trovato un escamotage cinico per aggirare le leggi internazionali. L’età del presunto omicida è stata calcolata secondo il calendario lunare. Pertanto, malgrado Molelhsani sia nato solo il 25 dicembre del 1993, è stato ugualmente ritenuto maggiorenne al momento dell’omicidio.

Un’assurdità che anche gli attivisti per i diritti civili in Iran ritengono sia il frutto di un tentativo delle istituzioni di cercare consenso tra le folle, che amavano un personaggio popolare come Dadashi. E le stesse folle non hanno rinunciato ieri al macabro rito delle urla e degli epiteti di sdegno contro il giovane giustiziato, che ha finito la sua breve esistenza terrena tra le suppliche di perdono e le lacrime. 

 

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