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La Camera salva Milanese per sei voti: ma nella maggioranza è caccia ai franchi tiratori

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Bruno De Santis

La Camera salva Marco Milanese dal carcere: i deputati hanno, infatti, respinto con uno scarto di appena sei voti la richesta di arresto nei confronti dell’ex braccio destro del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. I no sono stati 312 contro i 306 voti favorevoli: a conti fatti all’interno della maggioranza ci sono stati sette franchi tiratori. Problema secondario al momento per i partiti che appoggiano il governo Berlusconi: prima della votazione, infatti, il rischio era quello di subire una sconfitta che avrebbe potuto segnare la fine dell’esecutivo, pericolo accresciuto dalla votazione a scrutinio segreto.

LE ACCUSE – Il no all’arresto di Milanese, scontato da parte del Pdl,  era già stato annunciato anche dalla Lega, partito che invece si era schierato a favore dell’incarcerazione nei confronti di Alfonso Papa: “Salvo il governo”, le parole pronunciate da Bossi ieri sera e oggi i suoi non lo hanno tradito. Subito dopo il voto, Berlusconi non ha voluto rilasciare commenti, limitandosi a esprimere la propria soddisfazione per un risultato che, secondo il premier, dimostra la possibilità per il governo di arrivare fino a fine legislatura.

La richiesta di arresto nei confronti dell’ex consigliere politico di Tremonti era stata avanzata dalla Procura di Napoli, che accusa Milanese di associazione per delinquere, corruzione e rivelazione segreto d’ufficio. Le indagini condotte dai pubblici ministeri del capoluogo partenopeo riguardano l’inchiesta sulla cosiddetta P4, che vede coinvolti anche Alfonso Papa e Luigi Bisignani: secondo i magistrati, Milanese avrebbe svelato notizie su alcune indagini svolte dalla Guardia di Finanza, oltre a essersi occupato dell’attribuzione di nomine all’interno di società controllate dal Tesoro, venendo ricompensato con contanti e varie utilità.

LE PROTESTE – Mentre dentro Montecitorio i deputati si schieravano dalla parte dell’ex collaboratore di Tremonti, fuori si svolgeva una manifestazione di protesta organizzata dal popolo viola. Quando la notizia del no alla richiesta di arresto per Milanese è arrivata ai manifestanti, si sono alzate grida di “vergogna” all’indirizzo del Parlamento e sono state mostrate monetine da cinque centesimi: “Avevamo portato queste monete – la spiegazione data dai manifestanti – per comprare le arance all’onorevole Milanese se fosse stato arrestato; ora le utilizzeremo per comprargli una serie di carte costituzionali”.

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Bruno De Santis