Questa sarà una settimana decisiva per verificare se si uscirà da questa infinita Odissea greca o se, al contrario, si andrà verso un default guidato. Lo scorso weekend, il vertice Ecofin non ha sbloccato la situazione, ma si è limitato a mettere in mora la Grecia, che entro due settimane dovrà dimostrare di avere compiuto passi in avanti, nella direzione di un maggiore risanamento dei conti pubblici.
Per questo, Atene starebbe analizzando una quindicina di misure, che si tradurrebbero in risparmi di spesa, con la soppressione di circa trenta organismi pubblici. Già la scorsa settimana era stata introdotta a sorpresa un’imposta patrimoniale, che di fatto sarà una super-stangata sulle famiglie e graverà su tutti gli immobili posseduti, prima casa compresa. L’obiettivo è di racimolare per tale via oltre 2 miliardi di euro all’anno, per almeno due anni.
Ma le stime sul crollo del pil non sono incoraggianti e hanno spinto il ministro delle finanze Evangelos Venizelos a cercare altre soluzioni aggiuntive. Il pil è dato in caduta del 5% quest’anno, contro una stima preliminare del -3,8%. L’aggravamento della crisi sta comportando minori entrate del previsto e il mancato raggiungimento degli obiettivi di bilancio.
Oggi, alle ore 14 locali, le 12 in Italia, il governo di Atene si sentirà in conference call con la troika (UE, BCE e FMI), al fine di convincere i creditori a sborsare la sesta tranche di aiuti per 8 miliardi di euro, che darebbe una boccata di ossigeno ad Atene per almeno un paio di mesi. Ma la Svezia, per bocca del suo ministro delle finanze, ha avvisato Atene che senza il raggiungimento degli obiettivi di nuovi soldi non se ne parla.