Giovedì sera, poco dopo le 20, l’editoriale del direttore del Tg1 Augusto Minzolini, su Rai 1, cioè sulla principale rete nazionale, ha suscitato sdegno ed incredulità. Anche un elettore di centro, destra o centro-destra con un minimo di coscienza critica, non ha potuto fare a meno di provare imbarazzo quando le parole ed il tono di Minzolini hanno preso il carattere di un’agiografia verso Silvio Berlusconi. Sono sicuro che quell’imbarazzo sarà stato provato dallo stesso Cavaliere, in questi giorni impegnato ad occuparsi di altro. Il puntare il dito contro chi, secondo il giornalista Rai, ha in mente di far cadere il Governo e screditare l’intero Paese, con tutte le conseguenze economiche del caso, attraverso fenomeni di pseudo-gossip, perché a livello politico non riesce, senza illustrare l’altro o gli altri punti di vista possibili, ha turbato la cena dei telespettatori del telegiornale. Come se non bastasse, Minzolini ha poi ribadito che in un momento “tragico” come questo, la legge sulle intercettazioni è un must (magari, caro direttore più della creazione di norme che stimolino la crescita economica, lo sviluppo, misure anti-crisi, lotta alla disoccupazione ed alla precarietà del lavoro?) Non ha poi dimenticato di citare l’unica intercettazione di Berlusconi in cui il Primo Ministro fa riferimento alla sua volontà di aiutare una famiglia bisognosa.
Ora, fermo restando che chi scrive è d’accordo sulla non pubblicazione o almeno nella limitazione della pubblicazione sui giornali delle intercettazioni, allo stesso tempo afferma con forza che esse costituiscono per i magistrati uno strumento fondamentale per la scoperta di qualsiasi tipologia di reato, che non deve in alcun modo essere osteggiato.
Un altro punto su cui volevo parzialmente accogliere, seppur in modo indiretto, l’arringa di Minzolini, è quello nel quale voglio ricordare che agli italiani interessa maggiormente la vita politica del proprio Premier e non certo quella privata; ma questo non vuol dire che con i soldi di questi stessi italiani, che pagano per ricevere un servizio pubblico, onesto, equilibrato ed imparziale, si possono mandare in onda editoriali clamorosamente di parte che non fanno informazione alcuna, ma solo un uso privato del mezzo pubblico (a proposito chi l’aveva pronunciata questa stessa frase qualche anno fa?). Tutto questo con una conseguenza poi non certo gradita agli stessi interlocutori destinatari di queste difese tra il patetico e l’agghiacciante e della cui creazione neanche Emilio Fede potrebbe rendersi capace….
Vi lasciamo con l’audio-video del fatto che abbiamo contestato in quest’articolo, così che anche voi potrete farvi un’idea diretta del tutto